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Editoriale: Juve, senza Champions sarà fallimento
29-01-2011 16:12
Agnelli fa da scudo a squadra e tecnico, ma alla base c'è qualcosa si sbagliato Tratto dal blog di Mister X. Tre sconfitte nelle
prime sei gare ufficiali del 2011; quinto posto in classifica a 9 punti dal Milan capolista; eliminata nei quarti di finale della Coppa Italia dopo essere stata buttata fuori nella fase a gironi dell'Europa League. Questa è la Juve, addì 29 gennaio 2011, il giorno prima di incontrare l'Udinese che scoppia di salute, ha segnato 11 gol nelle ultime tre gare (4 al Milan a San Siro; 4 al Genoa a Marassi, 3 all'Inter in Friuli). Eppure, stamane Luigi Delneri dixit: " «Non siamo in caduta libera, non mi rimprovero nulla, siamo in linea con i piani. E meritiamo rispetto. All'esterno si vede un bicchiere vuoto. All'interno noi lo consideriamo mezzo pieno. Non possiamo dimenticare quanto di buono è stato fatto sino al 6 gennaio. Ci sono squadre che vanno a mille all'ora e noi siamo staccati di 3 punti: non siamo fuori da tutto, in campionato siamo in linea con quanto dobbiamo fare. Siamo usciti dalla Coppa Italia, ma nonè che la Juventus giochi ogni anno la finale. Contro la Roma abbiamo giocato male, d'accordo, ma meritiamo rispetto".
Nessuno si sogna di mancare di rispetto alla Juve e a chi guida la Juve, però è meglio parlare chiaro sempre e non scantonare mai. A tutt'oggi il bilancio di Delneri è pesantemente negativo. Ha già fallito due obiettivi su tre, gli resta la zona Champions: se non la centra, la prima stagione di Andrea Agnelli presidente sarà stata un flop, le cui conseguenze risulteranno pesantissime sia sotto l'aspetto sportivo sia sotto quello economico (il danno del mancato ritorno in Coppa dei Campioni condizionerà ovviamente anche gli investimenti sul mercato estivo). Le attenuanti di Delneri sono robuste, a cominciare dallo stato di perenne emergenza infortuni in cui è costretto a vivere praticamente dall'inizio della stagione. Ma allroa che cosa avrebbe dovuto dire Benitez, se fosse stato ancora sulla panchina dell'Inter? Sia chiaro, le colpe non sono tutt di Delneri.
Parliamo di mercato, per esempio. Ma Pazzini non era stato promesso alla Juve? Non doveva finire alla Juve? Non poteva finire alla Juve? E Cassano? E' vero o non èm vero che anche il barese sarebbe potuto divenare bianconero? E com'è che l'Inter soffia Pazzini alla Juve e il Milan soffia Cassano alla Juve? Vogliamo spiegarle queste cose ai tifosi o i tifosi devono soltanto ingoiare fiele e sperare che dopo Calciopoli, la serie B, la cessione di un battaglione di grandi campioni, la cacciata di Ranieri, il fiasco di Ferrara, la parentesi Zaccheroni, le delusioni provate sinora con Delneri, qualcosa cambierà non foss'altro per il calcolo delle probabilità?
Andrea Agnelli stamane ha difeso il tecnico. Ha definito "una minchiata" le voci sul tandem Lippi-Spalletti e sull'aumento di capitale, addirittura di 150 milioni (ma dove? Ma quando?). "I problemi che abbiamo e stiamo gestendo erano prevedibili e quindi non modificano l'impostazione che abbiamo dato. La famiglia Agnelli è tornata ad occuparsi della Juve in prima persona perchè c'è un programma a lunga scadenza. Siamo coscienti che si viene giudicati settimanalmente. Ma non è possibile che tre settimane fa gli stessi giornalisti dicevano che eravamo dei fenomeni e che puntavamo allo scudetto e che ora le stesse persone dicano che siamo dei coglioni. Quindi ora non ci deprimiamo. Io stesso sono un tifoso e ogni volta che vado allo stadio vorrei vincere 3-0. Quindi quando la squadra resta fuori da Europa League e Coppa Italia, mi girano le balle. Poi però quando vado in ufficio devo ragionare con la testa del manager. Con coerenza ed equilibrio, analizzando quello che abbiamo per quelli che sono nostri obiettivi. Tenendo sempre ben presente la situazione che abbiamo ereditato ed il materiale messo a disposizione del direttore generale Beppe Marotta. Nella scorsa stagione sportiva ci sono stati tanti record negativi e questo ha fatto sì che la gestione finanziaria e patrimoniale sia delicata. Noi, quest'anno, chiudiamo il bilancio con una perdita significativa. Questo non cambia i nostri programmi e le nostre ambizioni, all'altezza di una tradizione vincente. Sapevamo che questo sarebbe stato un anno difficile. Abbiamo un importante lavoro da completare. Se in questo periodo del prossimo anno saremo in questa situazione, avremo un problema". Agnelli ha capito tutto.





















