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Benitez alla Juventus: ormai è quasi fatta

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Bettega incontra l'agente del tecnico spagnolo a Montecarlo: trovata l’intesa. Resta da sciogliere il nodo Liverpool e per questo Blanc sta pensando a un blitz in Inghilterra. Ma non tramonta il piano B: Laurent Blanc o Prandelli
TORINO, 27 aprile - Negli ambienti vicini al Liverpool lo danno per certo, tant’è che sui tabloid (e sui domenicali) la notizia ha già fatto capolino: Rafa Benitez e la Juventus hanno già trovato un accordo verbale, sancendo la loro unione per i prossimi tre anni. Anzi, ieri sera a Montecarlo, ci sarebbe stato un faccia a faccia fra Roberto Bettega e Manuel Garcia Quilon (circostanza non confermata dalla Juventus, dove sostengono che Bettega fino alle 16 era in sede). A questo punto - sostengono dall’entourage del tecnico spagnolo - rimane da sciogliere il nodo Liverpool ed è per questo che il presidente della Juventus Jean Claude Blanc ha in programma un blitz in Inghilterra nel fine settimana.

NO COMMENT - A Torino, tutto ciò non viene commentato ufficialmente, ma un po’ di ottimismo intorno all’ingaggio di Benitez si respira anche da queste parti. Magari senza avere le certezze degli inglesi, ma sono in molti dentro e fuori la Juventus a credere nell’accordo e anche in tempi non troppo lunghi. Esiste tuttavia più prudenza ed è bene rap*presentata dal fatto che il piano B non è ancora tramontato. I nomi di Laurent Blanc, allenatore del Bordeaux, e Cesare Prandelli sono ancora in circolazione, perché una trattativa complessa e complicata co*me quella con i Reds comporta dei rischi, anche avendo in mano il sì dell’allenatore
 
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Con Benitez alla Juve, possibili Torres, Mascherano, Kuyt e Skrtel

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I quattro giocatori vogliono lasciare il Liverpool e sarebbero pronti a seguire l'allenatore spagnolo. L'obiettivo più difficile è il Niño, mentre con gli altri tre si può fare
TORINO, 27 aprile - In attesa di sapere se la Juventus sarà davvero la sua prossima squadra, Rafa Benitez sta già studiando la rosa bianconera in vista di eventuali decisioni di mercato, mentre all’interno della sua rosa attuale, quella del Liverpool per intendersi, iniziano a notarsi giocatori che potrebbero seguirlo alla Juventus. I suoi “fedelissimi”, quelli che al contrario di alcuni senatori (fra cui Steven Gerrard) non gli stanno remando contro. Si tratterebbe del centravanti Fernando Torres, del regista Javier Mascherano, della punta-jolly Dirk Kuyt e del difensore Martin Skrtel, tutti potenziali neo-juventini se Benitez approdasse alla Juve.

CHIACCHIERATA - Va detto, però, che alcuni sono più possi*bili di altri. E Torres non è fra questi, visto che il Liverpool per cederlo parte da 70 milioni e che lui ha detto di voler provare a vincere la Champions nella prossima stagione. Diverso è il discorso per Mascherano che non ha ancora rinnovato il contratto (gli scade nel 2012 e il Liverpool sta provando da mesi ad allungarlo) e potrebbe essere il regista che Benitez ritiene indispensabile per l’attuazione del suo progetto tattico. Quanto a Kuyt, molto dipende da Iaquinta, a cui assomiglia molto, anche anagraficamente (ne fa 30 a luglio), ma il prezzo è abbordabile (5/6 milioni). Magari Blanc parlerà pure di loro. Già che va a Liverpool...
 
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Ecco la nuova Triade. Voci su Andrea Agnelli presidente

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Il piano: Blanc “amministratore”, Marotta dg, Bettega ministro degli esteri. Secco potrebbe restare ds e collaborare sul mercato con il nuovo direttore generale. Domani l’assemblea Exor
TORINO, 28 aprile - C’è un’altra Triade sull’orizzonte bianconero. Analoga, come divisione delle competenze e delle deleghe, a quella che ha caratterizzato i dodici anni fra il 1994 e il 2006, perché il possibile arrivo in società di Beppe Marotta, attuale amministratore delegato della Sampdoria, potrebbe riportare d’attualità uno schema già collaudato in Corso Galileo Ferraris.

DIVISIONE DEI POTERI - Jean Claude Blanc, attuale presidente, amministratore delegato e direttore generale della Juventus, pur rimanendo l’uomo dell’ultimissima parola e il garante della proprietà, si occuperebbe di questioni amministrative e di marketing, curando la parte finale del progetto stadio e le questioni di sponsorizzazione: un ruolo, per certi versi, alla Giraudo. Beppe Marotta, se per caso approdasse alla Juventus, avrebbe invece la responsabilità di gestire l’area tecnica, probabilmente con la carica e il ruolo di direttore generale: a lui spetterebbe l’elaborazione delle strategie di mercato e la gestione della prima squadra, soprattutto nei momenti critici. Roberto Bettega, che da dicembre ha affiancato Blanc, con una delega specifica sulle questioni tecniche, continuerebbe ad operare in quell’area, collaborando con Marotta, ma allargherebbe i suoi compiti con un ruolo istituzionale simile a quello che copriva nella vecchia Juventus. Una specie di ministro degli esteri che rappresenterebbe il club nelle istituzioni internazionali ( a partire dall’Uefa per finire all’Eca, ovvero l’ex G- 14) e utilizzerebbe i suoi contatti internazionali anche per facilitare operazioni acquisti e cessioni in ambito europeo. E in questo quadro si potrebbe inserire anche Alessio Secco, che è pronto a collaborare sul mercato con Marotta dalla sua posizione di direttore sportivo

ASPETTANDO ELKANN - Intanto, domani mattina è fissata l’assemblea ( con conseguente Consiglio d’amministrazione) della Exor, la holding della famiglia Agnelli che controlla anche la Juventus. Un’occasione, insomma, per discutere dei destini juventini ed eventualmente parlarne. « Oggi e domani non fatemi domande sulla Juventus, per cortesia » , aveva chiesto John Elkann la scorsa settimana, in occasione della presentazione del piano industriale della Fiat e della sua nomina a presidente. Domani, a margine dell’assemblea, potrebbe invece essere l’occasione giusta per dire qualche cosa su quanto bolle in pentola, visto che di cambiamenti radicali si parla. E non solo in panchina.

NUOVO PRESIDENTE? - Per esempio si è tornato a parlare della possibilità di rivedere un Agnelli sulla poltrona più importante della Juventus. Nella fattispecie di tratterebbe di Andrea, figlio di Umberto e cugino di John, la cui passione per la squadra bianconera è nota. Andrea presidente della Juventus potrebbe completare il quadro della nuova Triade. Per ora, tuttavia, non c’è nessuna conferma ufficiale e nemmeno ufficiosa, solo uno scenario molto affascinante.
 
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Benitez sta scegliendo. Così nasce la sua Juve

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Il tecnico spagnolo insieme con lo staff esamina la rosa bianconera. Predilige forza e solidità, ma per Diego farà un’eccezione. Iaquinta è il pupillo, dubbio Sissoko
LIVERPOOL, 28 aprile - Rafa’s list. E’ pronta da tempo, perché lo spagnolo ha tratti quasi ma*niacali nell’approccio alla professione. Non ha ancora detto sì alla Juve, non uffi*cialmente almeno, ma cono*sce già alla perfezione pregi e difetti della rosa attuale. An*zi, conosce pure quei pregi oscurati nel corso dell’attua*le stagione da troppe paure e da una crescente disillusione. I tifosi cantano: «Rivogliamo la vera Juve». Quella griffata Benitez - se il corteggiamen*to di Jean Claude Blanc cul*minerà nell’atteso matrimo*nio sportivo (probabilissimo, ma sui ripensamenti al mo*mento di presentarsi davan*ti all’altare esiste una certa pubblicistica) - prevederà molte facce nuove, ma anche qualche recupero eccellente. E sorprendente. Le linea gui*da di Benitez sono note ma merita riassumerle: lo spa*gnolo non ama la separazio*ne, anche ideologica, tra fase offensiva e difensiva. I suoi giocatori devono interpreta*re con naturalezza entram*be. Questo fa sì che le squa*dre disegnate dal tecnico ma*drileno abbiano un notevole ordine tattico. Ma il vero trat*to distintivo è un altro, le scelte (vale anche per quelle di mercato) dello spagnolo mai prescindono dalle qua*lità fisiche degli interpreti. Eloquente è la frase che tan*te volte gli scout di Benitez si sono sentiti ripetere: «E’ for*te? Corre? Datelo a me».

ECCEZIONE DIEGO - Beni*tez non è Fregoli, né Brachet*ti, ma ama il trasformismo tattico. Come a tutti i difensi*visti (inutile girarci intorno, la matrice è quella) il 4-4*2 gli calza a pennello, ma sono note le variazioni sul tema: 4-2-3-1, piuttosto che 4-3-1-2. Arrivando alla Juve, l’attua*le tecnico dei Reds si trove*rebbe di fronte a un primo ostacolo: la presenza di Die*go. Giocatore molto lontano dal profilo ideale disegnato sopra, ma non sacrificabile *almeno nella prossima sta*gione - sull’altare di qualsi*voglia credo tattico. Il brasi*liano per la dirigenza bianco*nera rappresenta un capita*le in termini prettamente economici, ma anche di cre*dibilità, assolutamente da re*cuperare. Un’eccezione, l’uni*ca, nella Rafa’s list.

COLPO MANCATO - Tre an*ni fa, prima di trasferirsi al*la Juve, Vincenzo Iaquinta è stato un obiettivo del Liver*pool. Gli ingredienti per con*cludere c’erano tutti, anche se alla fine non se ne fece nul*la. D’altronde chi più di “Vin*cenzone” risponde a quei ca*noni di forza e duttilità predi*cati dallo spagnolo? Prima punta, piuttosto che esterno, Iaquinta rappresenta quello che a Liverpool non è mai riuscito a essere il fumoso Ryan Babel (cioè un attac*cante esterno capace di pren*dere a spallate le difese av*versarie con le proprie acce*lerazioni, ma anche di farsi carico del lavoro sporco al fianco dei centrocampisti). Occhio, però, ad Amauri. Ca*duto in disgrazia agli occhi di tutto l’ambiente bianconero, entrato in un tunnel di cui si fatica a intravedere l’uscita, eppure a sua volta perfetta*mente idoneo in quanto a ca*ratteristiche tecnico-atleti*che a far parte della Juve “spagnola”. Nella quale sa*rebbe invece difficile imma*ginare un ruolo che vada al di là della simbolica leader*ship per Alessandro Del Pie*ro. Idem come sopra per Se*bastian Giovinco e, a questo punto della sua carriera, an*che per David Trezeguet (che pure in passato Benitez, contravvenendo in parte ai propri dogmi, ha fatto segui*re con insistenza, apprezzan*done la specificità di straor*dinario realizzatore). In at*tacco, dunque, promosso Ia*quinta, rimandato Amauri (ma se si applica nelle ripeti*zioni estive...), tutti gli altri vanno verso la bocciatura.

L’EX PUPILLO - Che ne sarà di Momo Sissoko? Pupillo del tecnico a Valencia e poi a Liverpool, il maliano fece l’er*rore di lamentarsi pubblica*mente del poco spazio conces*sogli, a vantaggio di Javier Mascherano (un po’ quello che sta capitando in questa stagione ad Alberto Aquilani, che saggiamente per ora tace). Ora, a saperlo prendere per il verso giusto Benitez è una pasta d’uomo, un simpaticone propenso al*la battuta e sempre disponi*bile ad ascoltare i suoi gioca*tori ma, da 1 a 10, in quanto ad autostima sta a 13... E non ama le critiche. In priva*to, figuriamoci quelle espres*se in pubblico. Infatti Sissoko finì sulla Rafa’s list, ma quel*la di proscrizione. Siamo cu*riosi di verificare cosa acca*drà se i due torneranno a di*videre lo stesso cielo (quello di Vinovo), ma è un fatto che nella terra di mezzo alla Ju*ve ci siano altri giocatori in grado di soddisfare il tecnico. Sicuramente Claudio Mar*chisio (nonostante abbia ri*cordato di immaginarsi in fu*turo soprattutto nel rombo e nel 4-3-3), senza nessun dub*bio Christian Poulsen, appa*rentemente meno - ma qui potremmo sbagliare - Mauro Camoranesi. Capitolo Felipe Melo. Il brasiliano per dare il meglio ha bisogno di una guida ferma, capace di smus*sarne gli eccessi caratteriali e di dargli compiti precisi. Quello che a Firenze riusci*va a Cesare Prandelli. Com*pito complesso, ma scommet*teremmo sul felice esito fina*le.
 
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Juve, ritorno all'antico
Andrea Agnelli presidente


Domani l'annuncio durante l’assemblea della Exor, che detiene il pacchetto di maggioranza della società. Un Agnelli torna così dopo quasi mezzo secolo anni sulla poltrona più alta del club più vincente d'Italia, con un ruolo operativo, l'ultimo era stato il padre Umberto. Blanc rimarrà amministratore delegato


TORINO, 28 aprile 2010 - Andrea Agnelli sarà il prossimo presidente della Juventus: lo annuncerà domani stesso suo cugino John Elkann durante l’assemblea della Exor, che detiene il pacchetto di maggioranza della società. Un Agnelli torna così dopo quasi mezzo secolo anni sulla poltrona più alta del club più vincente d'Italia, con un ruolo operativo visto il piano che da tempo aveva nel cassetto. L’ultimo, nel 1961-62, era stato suo padre, e proprio il figlio di Umberto verrà cooptato nel prossimo consiglio di amministrazione, in programma il 10 maggio.
IMG RemovedNedved con Adrea Agnelli. LaPresse la nuova juve — La notizia, non ancora ufficiale ma confermata da più parti, farà felici i 12 milioni di tifosi della Juventus in Italia, molti dei quali da mesi auspicavano, anzi invocavano Andrea Agnelli presidente. Il passaggio di consegne era nell’aria da quando John Elkann ha assunto le presidenze della Fiat e della Giovanni Agnelli % C. Con Andrea va quindi delineandosi il nuovo organigramma della Juventus, con Blanc che rimarrà amministratore delegato, Beppe Marotta probabile direttore generale e Rafa Benitez in panchina.
 
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Rafa Benitez gela i piani della Juventus

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Il tecnico dei Reds: «Basta con queste speculazioni sul mio futuro»LONDRA, 28 aprile - Rafa Benitez gela i piani della Juventus: il suo futuro - assicura il tecnico spagnolo - sarà ancora al Liverpool. Difficile dire se si tratti di una dichiarazione a uso e consumo dei tifosi dei Reds oppure della sua reale volontà. Nel corso della conferenza stampa vigilia della semifinale di ritorno di Europa League contro l'Atletico Madrid, Benitez non si è nascosto di fronte alle domande sull'interessamento del club bianconero. «Non mi piacciono le speculazioni sul mio futuro - la risposta di Benitez legato al Liverpool fino al 2014 -. Vorrei leggere sui giornali notizie sulle competizioni, sui gol o sulle fantastiche prestazioni dei giocatori. Ma non posso controllare tutto. Il mio futuro è la partita con l'Atletico Madrid. Dobbiamo concentrarci su questa partita e cercare di vincerla per il bene del club»
Proprio oggi il Liverpool si è assicurato Jonjo Shelvey, giovane talento inglese acquistato dal Charlton Athletic per 1,5 milioni di sterline. «Da anni cerchiamo di acquistare calciatori britannici con passione, che sentano cosa significa essere un giocatore del Liverpool. Abbiamo in atto un piano a lunga scadenza e cercheremo di seguirlo» le parole dello spagnolo.
 
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Juve, 80 milioni per il mercato

Dopo Benitez si puntano Kuyt e Torres

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Con la "nuova gestione Agnelli", la Juve è pronta a investire ben 80 milioni sul mercato. A dirlo è il neo eletto presidente della Fiat, John Elkann: "C'è un cospicuo impegno finanziario, abbiamo la disponibilità di 80 milioni di euro". Parole importanti che consegnano nelle mani di Benitez soldi freschi da spendere. E gli obiettivi sono noti da tempo: da Torres a Kuyt (il nome più concreto), passando per Mascherano e Dzeko.
30 aprile 2010
 
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Blanc: «Dobbiamo tifare tutti Inter in Champions»

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L'attuale presidente bianconero: «È importante che vincano i nerazzurri per i punti del calcio italiano nel ranking Uefa. Marotta? Prenderemo le nostre decisioni a fine campionato, il resto è invenzione»
MILANO, 30 aprile - La Juventus sta riflettendo su quale sarà l'allenatore per la prossima stagione ma annuncerà la propria decisione solo al termine del campionato. Lo ha assicurato l'attuale presidente bianconero Jean Claude Blanc, senza confermare che il club investirà 80 milioni di euro per il prossimo mercato. «Non abbiamo ancora comunicato quali saranno gli investimenti per il mercato e non cominceremo oggi - ha spiegato Blanc all'indomani della designazione di Andrea Agnelli come nuovo presidente del club - Ieri è stato un nuovo inizio e faremo una riflessione importante per prendere le decisioni giuste per il futuro».

Il dirigente bianconero, ha quindi eluso le domande sia su Rafa Benitez, tra gli allenatori papabili per il futuro della Juventus, sia su Beppe Marotta, ad della Sampdoria che potrebbe trasferirsi alla Juve in estate. «Sulla parte tecnica stiamo riflettendo e le decisioni saranno prese a fine campionato», ha tagliato corto Blanc, smentendo di aver partecipato ad un lungo incontro sul tema martedì in Costa Azzurra. «Marotta? Le nostre riflessioni - ha concluso - saranno fatte tutte a fine campionato, tutto il resto è invenzione».

In nome del calcio italiano, anche la Juventus si schiererà a favore dell'Inter nella finale di Champions League del 22 maggio. «È importante che vinca l'Inter, per i punti del calcio italiano nel ranking Uefa - ha osservato Blanc lasciando la Lega calcio - È importante che tutti tifino Inter, altrimenti perderemo un posto in Champions. Sarà una bella finale, noi conosciamo sia l'Inter sia il Bayern Monaco perchè abbiamo affrontato entrambe quest'anno: sarà certamente una finale piena di emozioni, e spero con un grandissimo calcio».

Il cda della Juventus del 10 maggio, oltre a nominare i nuovi vertici societari, deciderà sull'esposto alla Federcalcio per chiedere la revoca dello scudetto 2006 all'Inter. A confermarlo proprio Blanc. «Confermo che è all'ordine del giorno del consiglio d'amministrazione del 10 maggio. Il consiglio studierà, valuterà e prenderà questa decisione», ha detto lasciando la Lega calcio
 
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Raiola: «Con Agnelli Nedved può tornare alla Juventus»

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Il suo ex agente rivela: «Fino a due giorni fa era impossibile che andasse a lavorare alla Juventus, adesso è possibile. Pavel ha un ottimo rapporto con la famiglia e il mondo bianconero»
MILANO, 30 aprile - Abbandonato il calcio giocato, nel futuro di Pavel Nedved potrebbe esserci un ruolo di allenatore in un settore giovanile o dirigente. Lo ha rivelato il suo amico ed ex agente Mino Raiola, spiegando che il ceco è rimasto affezionato alla Lazio e lo è anche alla Juventus: ma solo adesso che il vertice societario è cambiato, con la designazione di Andrea Agnelli come prossimo presidente, potrebbe essere ipotizzabile un ruolo per lui nel club bianconero. «Fino a due giorni fa era impossibile che andasse a lavorare alla Juventus, adesso è possibile - ha spiegato Raiola, che ha passato il pomeriggio in Lega Calcio incontrando dirigenti, fra cui il presidente della Lazio Claudio Lotito - Pavel è uno di quelli che ama stare nei posti a cui è affezionato: lo sono la Lazio e la Juventus, ma anche la Nazionale ceca».

Al momento, ha precisato il procuratore, «sono infondate le voci di un suo incarico nel settore giovanile della Juve. Ma Pavel ha un ottimo rapporto con la famiglia Agnelli e il mondo bianconero. È certo però che non avrebbe messo la firma sotto certe cose che ha fatto la Juventus ultimamente». L'addio al calcio del centrocampista ceco è coinciso con quello alla Juventus, frutto di «tante cose brutte - ha detto Raiola - vorrei riferirle, ma Pavel mi ha fatto giurare di non farlo. Nedved ritiene di essere troppo severo per fare l'allenatore, ma se iniziasse questa carriera vorrebbe fare la gavetta passo per passo, magari allenando ragazzini di 12 o 14 anni, che è il suo sogno», ha aggiunto Raiola, raccontando che l'estate scorsa aveva consigliato al ceco di andare all'Inter, «perchè ero certo che avrebbe vinto la Champions».
 
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Juve, Zac: «Quarto posto? Un dovere crederci»

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«Non abbiamo alcuna intenzione di mollare, e daremo il massimo fino alla fine. Andrea Agnelli presidente? Il messaggio è chiaro: la Juve ha ambizioni. Non serve una rivoluzione, qua ci sono già ottimi giocatori, ma la stagione è stata condizionata dagli infortuni»
TORINO, 1 maggio - «Mi auguro che la Juve dia un seguito a quanto fatto vedere nelle ultime partite, a cominciare da quellla col Cagliari, ma anche a quella che con l'Inter che, anche se abbiamo perso, è stata positiva a livello di prestazione. Poi col Bari è cresciuta ancora. Mi aspetto, quindi, un'ulteriore crescita. Poi non so come sarà il risultato». Il tecnico della Juve, Alberto Link veralten (gelöscht), spera in un'altra buona prestazione da parte della sua squadra in occasione della sfida contro il Catania.

NON MOLLIAMO - Una sfida che si annuncia insidiosa, ma che Zaccheroni vuole affrontare al meglio per non lasciare nulla di intentato nellla rincorsa, difficilissima al quarto posto. «Affrontiamo una squadra che sta preparando la partita al meglio -spiega il tecnico bianconero in conferenza stampa- Sono andati in ritiro, c'è il silenzio stampa e c'è grande concentrazione. Il Catania, poi, quando gioca in casa si esprime ai livelli migliori. Io mi sono occupato di tenere alta la cocentrazione. Il risultato della Samp ha ridotto le possibilità per il quarto posto, ma noi non molliamo. Noi il nostro lo dobbiamo dare fino alla fine. Ci siamo allenati bene, anche quelli che hanno lavorato a parte. Io ancora ci spero al quarto posto. E anche i ragazzi lo sanno. Come ho già detto, non molliamo fino alla fine».

NUOVA PRESIDENZA - Zaccheroni si sofferma poi su Andrea Agnelli nuovo presidente della Juve: «Non ho chiesto un parere ai giocatori. Però quando c'è un riferimento nuovo c'è sempre un'attenzione maggiore. Sicuramente questa nuova figura è stata accolta bene. Vedere che la famiglia e la proprietà si stringono ancora di più attorno alla squadra è un messaggio chiaro: la Juve ha ambizioni e vuole fare meglio di quanto fatto ultimamente». «I giocatori? -prosegue- Tutti si mettono in mostra per restare alla Juve, sia chi ha il contratto in scadenza sia chi ne ha uno lungo. Loro sono consapevoli di questo. E lo vedo dall'impegno massimale durante gli allenamenti. Il rischio poteva essere lo scollamento, ma non è così».

RIVOLUZIONE - A fine anno è annunciata una "rivoluzione" in casa Juve, per tornare ad alti livelli. Zaccheroni, però, fa capire che la squadra ha già a disposizione elementi di valore che, causa infortuni, quest'anno non hanno reso come potevano: «Credo che la Juve non abbia avuto le possibilità di esprimersi per quello che veramente vale e di mettere in campo le proprie qualità. Se non ti alleni non puoi giocare a calcio, e questa è una squadra che quest'anno non ha avuto la possibilità di allenarsi. Lo dimostra il fatto che quasi sempre le partite le abbiamo perse nel secondo tempo. La condizione fisica non ci ha sorretto. Ora sono 20 giorni che ci alleniamo regolarmente e mi sembra che la squadra stia facendo decisamente meglio. Anche per questo non so dire quanto l'organico della Juve vada cambiato. Questa è stata una stagione troppo strana. Mi è sembrato di fare più il Ct che l'allenatore, mettendo in campo chi avevo a disposizione. Buon allenamento per guidare una nazionale? No, mi sento ancora troppo giovane». Fulham e Bayern hanno eliminato la Juve dall'Europa, e ora sono in finale rispettivamente in Europa League e in Champions League. «Si vede che la Juve ha portato fortuna... -ironizza Zaccheroni- Sicuramente non siamo usciti con gli ultimi arrivati. Ma il nostro obiettivo era quello di andare avanti. Posso dire che siamo stati l'unica squadra che ha messo in difficoltà il Fulham. Siamo usciti perché abbiamo giocato in dieci. Il rammarico c'è, visto le potenzialità di questa squadra. Se avesse goduto della stessa salute delle altre squadre, poteva essere una forte concorrente in Europa League e per lo scudetto».

DEL PIERO - Il tecnico torna anche sul "diverbio" con Del Piero in occasione della mancata sostituzione contro il Bari: «Con lui c'è un rapporto diverso perché è il capitano. Poi è qui da tantissimo tempo. Però io ho un rapporto chiaro con tutti. Non mi sembra, comunque, che sia accaduto assolutamente nulla. Io stavo dicendo al quarto uomo di fermare il cambio perché Marchisio aveva i crampi. Prima mi aveva detto che stava bene, poi ha avvertito un indurimento. Con Del Piero stavamo dicendo tutte e due la stessa cosa, e ci siamo chiariti a fine partita. Non sono un serpente mosso da un pifferaio, e di certo non cambio atteggiamento alla mia età».

FUTURO - Zaccheroni sembra destinato a lasciare la Juve al termine della stagione. «Il mio futuro? -conclude l'allenatore- Fino a fine campionato non prenderò in esame alcun tipo di soluzione. Poi dal prossimo anno mi piacerebbe partire dall'inizio perché squadre in corsa ne ho prese tante. L'ultima dall'inizio è stata il Milan e sappiamo come è andata (scudetto ndr). Dove e come non lo so. Con la Juve ho un contratto fino al 30 di giugno. So solo che fino al 16 maggio non prenderò impegni con nessuno. Se dovesse arrivare un'offerta interessante, ne parlerei con i miei dirigenti».
 
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Juve, ora la società. Poi la squadra

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Giorni decisivi per 'ristrutturare' la dirigenza, a partire da Marotta e dal nuovo ds. La rifondazione parte dagli uomini che avranno il compito di progettare il mercato
LIVERPOOL, 3 maggio - Sono ore de*cisive per il mercato Link veralten (gelöscht) e non perché la firma del primo acquisto dell’era An*drea Agnelli sia imminen*te. In realtà in questi mo*menti si gioca la partita per decidere chi sarà non tanto a dirigere le mano*vre ( su questo c’è sufficien*te chiarezza) quanto a ge*stire la parte operativa delle trattative. Cioè a in*dicare o condividere con il prossimo tecnico obiettivi e strategie. Beppe Link veralten (gelöscht), lo abbiamo spie*gato nel numero di sabato, è a tutti gli effetti il nuovo direttore generale della Juve, ma avrà giurisdizio*ne soltanto sull’area tecni*ca, non su quella finanzia*ria. Così recita l’intesa sancita venerdì scorso a Milano durante un incon*tro con Jean Claude Blanc a margine dell’assemblea di Lega. Ed è proprio lega*to al neo dirigente il primo interrogativo. Non è infat*ti un mistero che negli ul*timi anni alla Sampdoria abbia brillato di luce pro*pria il giovane responsabi*le degli osservatori, Fabio Paratici, diventato sempre più importante nell’econo*mia del club blucerchiato, cioè una sorta di ds ombra. Marotta, che è un po’ il pigmalione di Paratici, lo vorrebbe con sé a Torino, ma il diretto interessato è tentato anche dall’offerta di Riccardo Garrone, che vorrebbe promuoverlo a di*rettore sportivo ( mentre la carica di dg andrà a Sergio Gasparin, in arrivo dall’U*dinese). E’ una questione di gradi, ma anche pratica. A rigor di logica, infatti, l’arrivo di Paratici esclude*rebbe quello di Edoardo Macia, da anni braccio de*stro di Rafa Benitez, prima al Valencia e poi al Liver*pool. Dei due, uno sarebbe di troppo sotto il profilo operativo. Ma chiunque co*nosca Benitez, è certo che non si separerà mai dal suo capo osservatore. E, fi*no a prova contraria, resta da chiarire anche il ruolo di Alessio Secco e Renzo Castagnini, rispettiva*mente ds e responsabile degli osservatori nella Ju*ve versione Blanc. Un gro*viglio notevole, che dovrà essere sbrogliato in fretta per evitare sovrapposizio*ni e contrasti. Intanto que*sta mattina a Genova si terrà una riunione opera*tiva negli uffici della Erg, durante la quale verranno prese le decisioni sul nuo*vo staff blucerchiato. Di fatto verrà sancito l’addio di Marotta e la conferma di Paratici, se quest’ultimo sarà d’accordo.

CACCIA A DZEKO - Creato il nuovo organigramma, la Juve potrà buttarsi nel mare grande del mercato, dove è attesa a un ruolo di primissimo piano. Una mossa che prescinderà dal nome del nuovo tecnico è la caccia a Edin Link veralten (gelöscht). L’esigenza di portare in bianconero un grande bomber è infatti condivisa da tutti gli attori in com*media e Dzeko, per mezzi ed età, è il classico nome in grado di mettere tutti d’ac*cordo. Da mesi c’è chi lavo*ra sull’asse Wolfsburg- To*rino per smussare tutti gli spigoli di una trattativa per nulla semplice. Incas*sato il sì virtuale del diret*to interessato ( ci manche*rebbe pure, anche se ini*zialmente sognava di tra*sferirsi al Milan) è ancora in una fase iniziale la trat*tativa con il club tedesco. La clausola di 40 milioni inserita nel contratto del bosniaco è considerata troppo onerosa dalla Juve, ma grandi sconti non sono previsti. Per questo, allo stato delle cose, non si può escludere che i bianconeri svoltino su Giampaolo Pazzini o Alberto Gilardi*no, anche se Dzeko è di gran lunga in cima alla li*sta dei desideri.
 
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Liverpool oltre Benitez. Ma in quota Juve risale Prandelli

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Oltremanica si parla già del successore di Rafa alla guida dei Reds e spunta l'idea del ritorno di Dalglish. Ma per la panchina bianconera torna all'orizzonte l'attuale tecnico della Fiorentina
LONDRA, 5 maggio - Possibile clamoroso ritorno di Kenny Dalglish sulla panchina del Liverpool: potrebbe essere la leggenda di Anfield il prossimo allenatore del Liverpool qualora, come appare probabile, Rafa Benitez se ne andrà. Dopo aver annullato all'ultimo minuto due incontri con il presidente Martin Broughton, Benitez discuterà il suo futuro con la dirigenza dei Reds nelle prossime 48 ore. Ma secondo la stampa inglese difficilmente lo spagnolo rifiuterà l'offerta della Juventus.

Da qui l'ipotesi, suggestiva non meno che sorprendente, di un ritorno di Dalglish alla guida del Liverpool, almeno fino a quando la situazione societaria non si sarà chiarita. Il Liverpool, alle prese con oltre 300 milioni di euro di debiti, è in vendita da tre settimane e la priorità di Broughton è di trovare un nuovo acquirente disposto a rilanciare il club di Anfield. Con i Reds (515 gare, 231 gol) l'ex attaccante scozzese ha vinto sei titoli nazionali e tre Coppe dei Campioni, da manager altri tre titoli nazionali e due Fa Cup. Rientrato nel club lo scorso anno nel ruolo di ambasciatore, Dalglish ha già dato la sua disponibilità, ma solo come traghettatore, in attesa che il Liverpool nomini un nuovo manager.

MAROTTA VUOLE UN ITALIANO - Ma sulla scelta del tecnico bianconero pesano anche le idee di Beppe Marotta, prossimo direttore generale, che di concerto con Andrea Agnelli vedrebbe meglio un tecnico italiano alla guida della Juventus
 
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Secco: «Amauri resta alla Juve. Kjaer? Fa grandi cose»

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Il ds bianconero: ««Ho sentito voci su di lui, sono le classiche boutade di mercato. Noi non lo diamo via, è un giocatore forte su cui noi puntiamo anche per la prossima stagione»
TORINO, 5 maggio - Amauri resta, Kjaer è monitorato. In sintesi è questo il pensiero dell'attuale ds della Juventus, Alessio Secco, contattato dalla redazione di reterete24.it: «Ho sentito voci su Amauri, sono le classiche boutade di mercato. Amauri noi non lo diamo via, è un giocatore forte su cui noi puntiamo anche per la prossima stagione. Dal canto suo, il ragazzo vuole restare alla Juventus per dimostrare quanto vale, quindi escludo categoricamente una partenza. Kjaer? Io non posso sbilanciarmi su quello che sarà il nostro mercato, non fa parte dello stile Juventus. Posso dire che Kjaer è un buon giocatore che a Palermo sta facendo grandi cose. Sicuramente avrà un futuro roseo ma non so se sarà alla Juve».

 
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Juve, Trezeguet verso il River Plate

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In Argentina sicuri: l'attaccante francese nel mirino del club di Buenos Aires per il quale fa il tifo. Dopo 10 stagioni in bianconero, l'addio sembra vicino. Caliendo: «Aspettiamo l'arrivo del nuovo allenatore poi valuteremo. Io sto ascoltando parecchie squadre che mi hanno interpellato e ho detto a tutti la stessa cosa, ci ritroviamo a fine campionato»
BUENOS AIRES, 5 maggio - Addio a giugno. Dopo 10 stagioni con la maglia della Juventus, a giugno David Trezeguet lascerà la «Vecchia Signora» e continuerà a giocare e far gol altrove. Secondo il quotidiano argentino «Ole» una delle possibili piste è quella che porta al River Plate, glorioso club di Buenos Aires per il quale l'attaccante francese fa il tifo. La chiave per arrivare a 'Trezegol', secondo «Ole», sarebbe il presidente Daniel Passarella. Lo juventino ha offerte anche dal Corinthians e da un club dell'Arabia Saudita, ma il River ha un certo fascino su di lui e anche Camoranesi potrebbe riflettere su un ritorno in Argentina per indossare la maglia del club di Buenos Aires. I veri obiettivi del club, però, sarebbero D'Alessandro e il portiere della Lazio, Carrizo.

CALIENDO -
«È il terzo anno che lo mettono in partenza poi rimane sempre e fa i suoi gol anche quest'anno. È il goleador della squadra, nonostante abbia giocato poco. Per il futuro penso che finché la Juve non riesce a risolvere il problema dell'allenatore non si possono prendere decisioni, perché Trezeguet per due volte è stato sul piede di partenza, poi non lo hanno lasciato partire. Aspettiamo l'arrivo del nuovo allenatore poi valuteremo. Io sto ascoltando parecchie squadre che mi hanno interpellato e ho detto a tutti la stessa cosa, ci ritroviamo a fine campionato. Grecia, Turchia, Spagna e Sudamerica. Dal River Plate nessuno mi ha interpellato, ma mi hanno interpellato dal Brasile, nei prossimi 10 giorni sarò in Sudamerica per ascoltare da vicino tuttom, perché non voglio tralasciare nessuna eventualità, poi starà sempre a lui scegliere la destinazione». Il Milan? «L'anno scorso Trezeguet era nel mirino anche di Leonardo, devo dire che per poco non si è concretizzato l'affare a gennaio».
 
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Juve, il progetto Prandelli parte dagli esterni

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Il tecnico chiede 4 giocatori sulle fasce, un attaccante di valore e l’uomo di fiducia: Montolivo. Nel mirino anche un degno erede di Cannavaro. Poi si punterà sul 4-2-3-1 che ha fatto divertire a Parma e Firenze
TORINO, 7 maggio - Se alla fine l’allenatore della Juventus dovesse es*sere proprio l’attuale tec*nico della Fiorentina, un’i*dea di come riformare la squadra sembra averla già elaborata. E non si tratte*rebbe di ritocchini. Pran*delli, infatti, metterebbe nella lista della spesa due esterni bassi, due esterni alti, un regista e un cen*travanti. Un mercato mas*siccio, una rivoluzione con la quale Prandelli vorreb*be plasmare la Juventus intorno ai suoi credo tatti*ci e cercare di salvare il salvabile o quello che si deve salvare per forza.

LE ALI L’assenza di ester*ni di livello, d’altra parte, è saltata agli occhi in mo*do clamoroso anche du*rante la stagione in corso, che ha visto alternarsi a sinistra Grosso e De Ce*glie, a destra Grygera, Ze*bina e Caceres, il più bril*lante di tutti e, parados*salmente, uno che all’ini*zio non era un esterno. E forse proprio l’uruguaiano è l’unico che potrebbe spe*rare di rientrare nella riforma prandelliana. Il resto deve essere tutto nuovo e magari potrebbe comprendere un grande nome come quello di Rob*ben.

IL SISTEMA E’ probabile, anche se non scontato, che Prandelli provi a esporta*re a Torino il sistema di gioco che, con qualche va*riazione, gli ha permesso di ottenere ottimi risultati a Parma prima e a Firenze poi. Quattro difensori, con esterni molto mobili, due centrocampisti davanti al*la difesa ( uno dei quali po*trebbe essere Riccardo Montolivo, l’unico che ru*berebbe alla Fiorentina e che potrebbe rilanciare Fe*lipe Melo), tre centrocam*pisti offensivi ( posizione dove potrebbe riciclarsi an*che Iaquinta), al centro dei quali starebbe Diego, e un centravanti. Ruolo, que*st’ultimo, per il quale serve pescare sul mercato un uo*mo da 20 gol a campionato, anche tenendosi Amauri, uno dei tanti da provare a rigenerare.

SULLA DIFENSIVA A questa già imponente campagna acquisti si po*trebbe pure aggiungere un centrale difensivo, dando per scontato l’addio di Fa*bio Cannavaro, considera*ta l’età di Legrottaglie e l’assenza di alternative a questi due da affiancare all’intoccabile Giorgio Chiellini, intorno al quale nascerà la difesa del futu*ro.

NUMERO 1 Quello del portiere, poi, è un discorso a parte e viaggia parallelo. Perché se, per ragioni non solo squisitamente tecni*che ma prevalmentemen*te economiche, dovesse de*cidersi la cessione di Buffon, con una parte dei soldi guadagnati dall’affa*re si andrebbe a prendere il sostituto ( da Marchetti a Diego Lopez, passando per il russo Akinfeev).
 
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