AW: Calciopoli, le tabelle dei cartellini "a favore"
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Sono giorni difficili per il presidente nerazzurro,
coinvolto nella Calciopoli 2
MILANO, 13 aprile - Sono giorni avvelenati. In generale e in particolar modo per l’Inter che - suo malgrado - si è trovata tirata per la giacca in quella che è stata già ribattezzata Calciopoli 2. Così, sono bastati un paio di passaggi di Massimo Moratti, in un lunghissimo discorso ( ventotto minuti in tutto) condotto tutto sul filo dell’emozione e dell’amarcord per ricordare la figura di papà Angelo in un incontro sui magnifici anni ‘ 60 organizzato dal Circolo Filologico milanese, per creare l’ennesimo cortocircuito.
INTOSSICAZIONE - Parlando dei motivi che hanno spinto il padre della Grande Inter a vendere la società nel maggio 1968, Moratti ha sfoderato la parabola dell’intossicazione per illustrare quanto può essere difficile convivere con la pressione della stampa e della critica, ma il discorso - e una sua interpretazione alquanto sibillina - hanno scatenato scenari apocalittici, con un Moratti pronto a vendere perché stufo del clima ( intossicato, appunto) che si respira intorno alla sua creatura. «Arrivammo a un punto in cui eravamo un po’ intossicati. Un po’ dalle critiche, un po’ dalla stampa, e non me ne vogliano i presenti. Certo, adesso è un milione di volte di più». Ha sorriso Moratti, puntando con quest’
ultimo inciso, agli occhi - e alle orecchie - dei giornalisti presenti, alla stampa. La frase, involontariamente sibillina, si presta però alla duplice interpretazione e presta il fianco alla teoria secondo cui Moratti, qualora gli venisse tolto lo scudetto assegnato all’Inter a tavolino sull’ondata emotiva della prima Calciopoli, potrebbe decidere di farsi da parte perché verrebbe privato di quel titolo, da lui ritenuto “ un fiore all’occhiello”, per dimostrare ( come più volte sottolineato in questi anni) la differenza tra l’Inter e chi gestiva il malaffare.
UN BUON PREZZO - Restando sull’argomento, sempre col sorriso, Moratti ha fatto un’altra digressione nel passato alquanto sibillina, per spiegare il perché il padre Angelo ha praticamente “ regalato” la società a Ivanoe Fraizzoli: «Allora le cose non erano come adesso, che gli acquirenti ci sono. Oggi certe volte può valere la pena trovare qualcuno che, se gli piace l’idea, può prendere il club senza fargli spendere troppo...». Chiusura con una digressione sull’azionariato popolare ( «E’ una delle possibili idee per il futuro delle società di calcio. Però bisogna studiarlo bene, la società ha bisogno di azionisti che siano in grado di garantire cifre importanti» ) , e sull’argomento bilanci: «I bilanci delle società devono permettere alle squadre di sopravvivere senza troppi problemi. L’azionista dell’Inter però non è interessato ai dividendi, perché una squadra di calcio non è come una industria. In questo sport costruisci e vendi i sogni dei tuoi tifosi. Ecco perché il calcio va trattato con rispetto». Già, rispetto. Quello che - secondo Moratti - mancherebbe in questi giorni nei confronti della sua Inter.