AW: Inter che spettacolo
IL PERITO CONFERMA : METTI COLLINA LO DISSE FACCHETTI MA ECCO COME I GIORNALI DI REGIME RIPORTARONO LA NOTIZIA
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IL GIORNALE : "In tale conversazione a
mio padre viene attribuito l’aver pronunciato il nome di Collina, mentre è per primo Paolo Bergamo a nominarlo; di conseguenza, ne è risultata un’interpretazione totalmente differente dalla realtà delle cose, utilizzata peraltro dai legali stessi di Moggi in aula e diffusa con irresponsabile complicità da alcuni organi di informazione". Comprendiamo la difesa del padre da parte di un figlio ma, come scrive oggi Oliviero Beha su "Il Fatto", "l’accertamento della verità passa sia per Moggi che per Facchetti, al telefono entrambi".
IL FATTO QUOTIDIANO - "
Moggi tarocca Facchetti".
LA PRAVDA ROSA - La difesa di Moggi annuncia un colpo di scena: «Facchetti chiese a Bergamo di designare Collina». Ma l' audio della chiamata non corrisponde. Il figlio dell' ex presidente: «Vergognoso!»
LA PRAVDA ROSA- NAPOLI Facchetti chiama, Bergamo risponde. È la «madre delle intercettazioni», la capofila delle 75 chiamate-bis che i legali di Luciano Moggi chiedono di inserire nel processo. Ma in serata somiglia sempre di più a un boomerang. Colpa di un Collina di più o di meno fra l' allora presidente dell' Inter e uno dei designatori a due giorni dalla sfida Inter-Juve……….Ma in serata il «metti dentro Collina» di Facchetti, ascoltando la registrazione sui siti, diventa il «c' è... Collina» di Bergamo. E Gianfelice Facchetti scende in campo per difendere il padre scomparso nel 2006: «È Bergamo che parla di Collina, si tratta di una vergognosa falsificazione, grave e inaccettabile, oltreché lesiva della memoria di
mio padre»…………………………….Prima Mazzei La telefonata segue quella di Facchetti al designatore dei guardalinee Gennaro Mazzei per chiedere gli assistenti per Inter-Juve e si sente rispondere «il numero uno e numero 2, Ivaldi e Pisacreta» per poi invocare la designazione di Collina come «numero uno degli arbitri» perché «non devono fare sorteggi...» Sembra il due più due fa quattro, prima del colpo di scena. Trascrizioni taroccate. Pochi minuti dopo la citazione in aula, la conversazione è già su alcuni siti, con il file audio. Intanto i pm dicono sì all' acquisizione delle nuove intercettazioni. E più tardi dalla procura filtra una frase degli inquirenti che parla di «trascrizioni che mistificano i contenuti». Ci si riferisce alla famosa «madredelle intercettazioni». …………
LA PRAVDA ROSA : Facchetti-Moggi ancora scontro: «La credibilità di
mio padre non può essere attaccata da quattro barboni, con tutto il rispetto per i barboni», è lo sfogo di Gianfelice Facchetti alla pubblicazione delle telefonate del padre. «Il dovere di un avvocato è quello di difendere il proprio assistito, nel rispetto della legge, anche se questo può essere spiacevole per altri» è la pronta replica dei legali di Moggi.
LA REPUBBLICA - Facchetti e Bergamo La telefonata del giallo
La conversazione risale al 26 novembre 2004, alla vigilia di Inter-Juventus. L'allora presidente nerazzurro chiede al designatore garanzie, e gli viene promesso un gruppo di internazionali
Facchetti e Bergamo La telefonata del giallo
ROMA - Il 26 novembre 2004 alla vigilia di Inter-Juventus, Giacinto Facchetti, presidente protempore dei nerazzurri, chiama Paolo Bergamo, designatore arbitrale di serie A.
Facchetti: "Senti, per domenica allora?".
Bergamo: "Per domenica facciamo un gruppo di internazionali perché non vogliamo rischiare niente, quindi sono lì e tutti e quattro possono fare la partita".
Facchetti o Bergamo?: "Va bè, ma metti dentro Collina".
CORRIERE DELLO SPORT - Calciopoli, battaglia in aula AUDIO Bergamo-Facchetti
Gli avvocati di Moggi si sono concentrati soprattutto sui rapporti tra l’allora presidente dell’Inter Giacinto Facchetti (scomparso nel settembre 2006) e il designatore arbitrale Bergamo. Secondo Prioreschi e Trofino, anche l'indimenticato difensore nerazzurro parlava di griglie arbitrali. Trofino ha citato una telefonata, che non appartiene a quelle già trascritte e contenute nelle informative, del 26 novembre 2004 in cui il dirigente nerazzurro conversa con Bergamo. Facchetti: «E allora per domenica?». Bergamo: «Facciamo un gruppo di internazionali così non rischiamo niente». Facchetti: «Vabbè, metti dentro Collina».
Il penalista ha chiesto al testimone perché questa telefonata non fosse stata considerata dagli investigatori. «La conversazione tra Bergamo e Facchetti - ha replicato Auricchio - è stata registrata e trascritta ma non è nell'informativa perché non è stata considerata investigativamente utile».
ASPETTIAMO CON ANSIA GLI ARTICOLI DI QUESTI GIORNALI DOPO LA PERIZIA CHE HA STABILITO LA VERITA'
Nel frattempo vogliamo dire al Caro moRatti che la dedica fatta sul sito ,allo scomparso Facchetti ( tu sei tutto quello che ) soprattutto in questo passaggio : "
Qualche mese fa ti chiedevo un po’ scherzando un po’ sul serio come mai non riuscivamo ad avere un arbitro amico, tanto da sentirci almeno una volta protetti, e tu, con uno sguardo fra il dolce e il severo, mi rispondesti che questa cosa non potevo chiedertela, non ne eri capace.", vada rivista, riveduta e corretta.
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Post n°747 pubblicato il
02 Ottobre 2010 da
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Il perito conferma: il famoso "metti Collina" lo disse Facchetti
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Il perito incaricato dal Tribunale, ha dichiarato che nella famosa 'grigliata' Facchetti - Bergamo, è il massimo dirigente nerazzurro a dire il tanto contestato 'Metti Collina'. Cade dunque un'altra sterile accusa, perlopiù portata avanti dai taroccatori per eccellenza ( leggi passaporti,bilanci,documenti ecc...) , che la difesa di Moggi, avesse in qualche modo taroccato le telefonate di cui si chiedeva poi l'ammissione in processo, al fine di coinvolgere anche il club di Moratti.
Quando, il 13 aprile scorso, il perito del tribunale di Napoli, Roberto Porto, cominciò a trascrivere le 224 intercettazioni su Calciopoli inedite e «scoperte» dai legali di Luciano Moggi, l’Inter, Massimo Moratti e l’allora numero uno nerazzurro Giacinto Facchetti erano stati già strattonati dentro lo scandalo mai visto. Un coinvolgimento di parte, si disse. Una svolta che provocava scossoni e malumori, ma che, per essere certificata e super partes, doveva attendere il lavoro di un tecnico nominato dal collegio giudicante.
Ora che le fatiche dell’ingegner Porto sono terminate, l’Inter, Moratti e Facchetti si ritrovano ancor più al centro di Calciopoli. Che peso avranno le trascrizioni delle 224 intercettazioni depositate nella cancelleria del tribunale di Napoli? L’Inter e i suoi dirigenti parlavano con i designatori dell’epoca, ma anche con qualche fischietto, ha certificato il lavoro del perito. Fra i colloqui, uno in particolare aveva fatto segnare il punto di non ritorno nel duello verbale a distanza fra le parti: Facchetti e Bergamo vengono ascoltati al telefono il 26 novembre del 2004, una telefonata dove si sente una voce dire «...vabbè, ma metti Collina...» a proposito di griglie arbitrali. È stato il compianto presidente nerazzurro, così i legali di Moggi. «È in atto una strumentalizzazione vergognosa della memoria di mio padre: metti Collina l’ha detto Bergamo, basta con queste falsificazioni inaccettabili. Intervengano gli organi della Figc», tuonò Gianfelice Facchetti, il figlio del grande campione nerazzurro.
A distanza di cinque mesi e mezzo, ecco la verità. Quella frase («...metti Collina...») l’ha pronunciata Facchetti, così scrive il perito del tribunale. La Juve è in attesa di una risposta della giustizia sportiva all’esposto con il quale si chiede alla Figc la revoca dello scudetto della stagione 2005/06. La tesi del club di corso Galileo Ferraris è nota, così come risaputo è il fondamento giuridico alla base dell’assegnazione di un titolo sportivo a tavolino: un campionato può essere assegnato senza averlo vinto sul campo a una società senza macchia. Parlare di griglie arbitrali con i designatori indicando un fischietto che tipo di comportamento configura? Per la Juve non ci sono dubbi, e per il pm del pallone Stefano Palazzi il tempo stringe. Gli 007 della Federcalcio sono al lavoro da una settimana e sul loro tavolo c’è il faldone con le 224 intercettazioni già trascritte, compresa quella con la voce «ma metti Collina...». Dall’udienza penale di ieri a Napoli emergono altre novità. La difesa di Moggi sembra intenzionata a rinunciare alla convocazione di Moratti come teste perché, fanno sapere, «la nostra linea difensiva è già passata». Il 19 prossimo ottobre potrebbero sfilare in aula Alessandro Del Piero e Zlatan Ibrahimovic per ribadire come gli scudetti vinti siano stati regolari. Intanto le difese chiedono la trascrizione di altre 136 telefonate.
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Post n°746 pubblicato il
26 Settembre 2010 da
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La Roma batte l'Inter con un gol di Vucinic al 91'
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La squadra di Ranieri conquista la prima vittoria in campionato battendo i nerazzurri 1-0. Segna il montenegrino, entrato nella ripresa al posto di Totti
Festa Roma all'Olimpico grazie al gol di Vucinic in pieno recupero che regala ai giallorossi la prima vittoria in campionato proprio contro l'Inter capolista. La squadra di Ranieri trova tre punti fondamentali per risollevare la testa dopo il difficile avvio di stagione, e infligge il primo ko all'Inter di Benitez. Vucinic, entrato al posto di Totti, decide un match rimasto in bilico fino all'
ultimo, nel quale l'Inter è apparsa forse meno aggressiva del solito e la Roma sicuramente più solida. Con questa vittoria i giallorossi salgono a 5 punti, mentre l'Inter resta a quota 10.
SI COMBATTE - Le azioni più pericolose del primo tempo arrivano dai piedi di Stankovic che ci prova due volte da lontano e colpisce una traversa. La Roma, però, non resta a guardare e riesce a presentarsi più volte nell'area nerazzurra. Ranieri conferma Menez in appoggio a Totti e Borriello, mentre in difesa rientrano Riise (con caschetto di protezione come Chivu sull'altra fascia per l'Inter) e Burdisso. L'assetto difensivo giallorosso appre più solido rispetto alle precedenti uscite, e per l'Inter non è facile trovare spazi. Le azioni migliori per la Roma, invece, arrivano dalla destra dove Chivu spesso è lasciato troppo solo da Eto'o (e il romeno se ne lamenta con la panchina). Per i padroni di casa ci sarebbe anche un possibile calcio a due in area per gioco pericoloso di Lucio su Borriello, ma Morganti lascia proseguire. Stankovic, dopo averci provato in apertura, nel finale tenta di nuovo da fuori e colpisce la traversa. E' l'ultima emozione di un buon primo tempo, giocato con grande intensità da entrambe le squadre.
LA ZAMPATA DI VUCINIC - Ritmo sostenuto anche in avvio di ripresa dove Chivu, già ammonito, rischia per un fallo su Menez e dove Totti non trova il passaggio decisivo per Borriello su una bella ripartenza. La gara si accende quando da una parte Eto'o parte in velocità e dall'altra Menez si insinua nella difesa nerazzura. La Roma ha anche una grande occasione con un calcio a due in area concesso dopo un'ingenuità di Julio Cesar (che riprende il pallone con le mani dopo averlo precedentemente appoggiato a terra), ma Totti calcia alto. I giallorossi insistono, sempre con le accelerazioni di Menez, ma non trovano il colpo decisivo. L'Inter sembra soffrire e Benitez decide di inserire Muntari al posto di un Milito poco incisivo. Poco dopo è Pandev a lasciare spazio a Coutinho. Nella Roma, Ranieri decide di inserire Vucinic che entra al posto di Totti. I giallorossi costruiscono un'altra buona occasione con Menez, mentre l'Inter va al tiro con Eto'o (e Lobont si fa trovare pronto). Nelle fasi finali l'Inter torna a premere, e Ranieri decide di inserire forze fresche inserendo Baptista e Brighi al posto di Borriello e Menez. La mossa è azzeccata, perchè la Roma trova le energie necessarie per sferrare l'
ultimo assalto e, in pieno recupero, Vucinic di testa in tuffo, su assist di De Rossi, trova il gol che decide la partita.
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Post n°745 pubblicato il
20 Settembre 2010 da
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LA FC TAVOLINI ESPUGNA PALERMO GRAZIE AD UN RIGORE NON FISCHIATO
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Dopo il rigore NON fischiato a PINZI ( udinese ) ecco che i Ladrones d' Italia fanno risultato in quel di Palermo grazie ad un altro sacrosanto rigore NON fischiato dall'arbitro per fallo in area su Cassani da parte di Chivu
Noi continuamo a prendere nota : vediamo a fine campionato se riescono a battere il record dell'anno precedente con Collina designatore
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Post n°744 pubblicato il
15 Settembre 2010 da
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SPLENDIDA AUTORETE DI DIEGO MILITO CHE VEDE I NERASSURDI PAREGGIARE LA PRIMA DI CHAMPIONS LEAGUE CON LA FAMIGERATA TWENTE
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L'Inter ha pareggiato 2-2 sul campo del Twente nell'esordio in Champions League da campione in carica. La squadra di Rafael Benitez ha sofferto tantissimo nel primo tempo, chiuso in parità solo grazie ad un goal di Samuel Eto'o, abile nel chiudere in gol con un preciso tiro da destro dal limite dell'area. In precedenza la squadra di Preud'homme era andata addirittura in vantaggio ribaltando il gol di Wesley Sneijder al 14' del primo tempo. Poi, al 20' pt, una stupenda punizione di Janssen dai 20 metri aveva portato il punteggio sull'1-1 e successivamente un autogol di uno spento Milito (altra prestazione in difficoltà per l'argentino) aveva dato l'incredibile, quanto inaspettato vantaggio alla formazione campione d'Olanda. Il 2-2 di Eto'o, in ogni caso, sembrava far pensare ad una ripresa più tranquilla per Zanetti e soci.
Nel secondo tempo, invece, le maglie della difesa tulipana si sono chiuse in maniera più ermetica e né le discese di Maicon (Zanetti più bloccato sull'altra fascia) né il doppio ingresso in campo di Coutinho e Muntari (al posto di Pandev, infortunato, e Milito) ha permesso alla formazione nerazzurra di strappare un successo che sarebbe stato molto importante ai fini della qualificazione.
Alla fine, dunque, esultano solo il Twente e i suoi tifosi (letteralmente impazziti al fischio finale dell'arbitro Proença), mentre per l'Inter è un'altra serata in cui le ombre hanno la prevalenza sulle luci.