mariomoskau
DEB König
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Addio Lotta, l'esperienza di un prefetto...lottatore
Una ventina di giorni fa, senza alcun riferimento a questo determinazione di cui non si conosceva evidentemente l'esistenza, si era espresso in favore di questa antica disciplina sportiva il prefetto di Pisa Francesco Tagliente, atleta nazionale proprio di lotta in gioventù e probabile olimpico prima di scegliere definitivamente la carriera di funzionario di Polizia
ROMA - Il CIO esclude la lotta dalle Olimpiadi, una decisione che ha fatto molto scalpore. Una ventina di giorni fa, senza alcun riferimento a questo determinazione di cui non si conosceva evidentemente l'esistenza, si era espresso in favore di questa antica disciplina sportiva il prefetto di Pisa Francesco Tagliente, atleta nazionale proprio di lotta in gioventù e probabile olimpico prima di scegliere definitivamente la carriera di funzionario di Polizia. L'occasione era stata la cerimonia di intitolazione del Palazzetto dello Sport di Pisa al pluricampione di Lotta e giornalista Sergio Carlesi: “La lotta viene rappresentata come la disciplina da combattimento più antica del mondo e il suo sviluppo ricondotto a scopo educativo-formativo, prima di quello militare, difensivo e sportivo. Il mio vissuto, oltre a ribadire che le discipline sportive individuali da combattimento hanno finalità educative-formative,mi porta ad affermare che, prima ancora, sono da considerare, addirittura, auto-educative. La lotta, infatti, sviluppa potenzialità come l’autostima e la sicurezza, alimentando una forte motivazione intrinseca. Permette di acquisire maggiore consapevolezza di sé e delle proprie capacità e abilità, rafforzando la propensione individuale a mettersi continuamente alla prova". Parole pronunciate in anticipo ma che rilette oggi, alla luce della decisione del Cio, si aggiungono alle numerose riflessioni critiche emerse sul tema.
cds
Una ventina di giorni fa, senza alcun riferimento a questo determinazione di cui non si conosceva evidentemente l'esistenza, si era espresso in favore di questa antica disciplina sportiva il prefetto di Pisa Francesco Tagliente, atleta nazionale proprio di lotta in gioventù e probabile olimpico prima di scegliere definitivamente la carriera di funzionario di Polizia
ROMA - Il CIO esclude la lotta dalle Olimpiadi, una decisione che ha fatto molto scalpore. Una ventina di giorni fa, senza alcun riferimento a questo determinazione di cui non si conosceva evidentemente l'esistenza, si era espresso in favore di questa antica disciplina sportiva il prefetto di Pisa Francesco Tagliente, atleta nazionale proprio di lotta in gioventù e probabile olimpico prima di scegliere definitivamente la carriera di funzionario di Polizia. L'occasione era stata la cerimonia di intitolazione del Palazzetto dello Sport di Pisa al pluricampione di Lotta e giornalista Sergio Carlesi: “La lotta viene rappresentata come la disciplina da combattimento più antica del mondo e il suo sviluppo ricondotto a scopo educativo-formativo, prima di quello militare, difensivo e sportivo. Il mio vissuto, oltre a ribadire che le discipline sportive individuali da combattimento hanno finalità educative-formative,mi porta ad affermare che, prima ancora, sono da considerare, addirittura, auto-educative. La lotta, infatti, sviluppa potenzialità come l’autostima e la sicurezza, alimentando una forte motivazione intrinseca. Permette di acquisire maggiore consapevolezza di sé e delle proprie capacità e abilità, rafforzando la propensione individuale a mettersi continuamente alla prova". Parole pronunciate in anticipo ma che rilette oggi, alla luce della decisione del Cio, si aggiungono alle numerose riflessioni critiche emerse sul tema.
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