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Juve, oggi si decide il futuro di Ferrara
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Il tecnico non è ancora riuscito a dare una precisa identità tattica. Sotto accusa anche la società: l'Inter ha preso Pandev, la Roma Toni, il Milan Beckham, mentre a Torino è tornato Paolucci. John Elkann oggi interverrà per dettare la linea
VERONA, 18 gennaio - Dietro la facciata, dove la fi*ducia a Ciro Ferrara è esposta in mo*do ufficiale, nel palazzo della Juventus si discute e matura il futuro, che po*trebbe anche non avere più il volto spaesato del tecnico napoletano. E’ un’altra partita che attende l’allenato*re e che, molto probabilmente già nel*la mattinata di oggi, sarà al centro di un’approfondita e definitiva riflessio*ne da parte della dirigenza, in stretto contatto con la proprietà, decisa a scen*dere in campo dopo l’ennesima sconfit*ta e la angosciante prospettiva che le brutte figure ( quelle che Chiellini ha etichettato in modo meno raffinato, ma forse più efficace) continuino, provo*cando danni gravi e sempre meno repa*rabili. Già nella serata di ieri, nel char*ter che dall’aeroporto Valerio Catullo di Verona ha riportato la Juventus a Torino, c’è stato un primo e importan*te consulto dei vertici dirigenziali coor*dinato da Roberto Bettega, che come plenipotenziario dell’area sportiva è chiamato a governare in prima perso*na l’unità di crisi.
I RISULTATI - La situazione è grave. I risultati negativi stanno assumendo proporzioni storiche e contorni preoc*cupanti. La Juventus da ieri sera è fuo*ri dalla zona Champions League e ha subito il sorpasso della Roma, reso an*cora più bruciante considerando il fat*to che sulla panchina giallorossa c’è il tecnico cacciato a due giornate dalla fi*ne dello scorso campionato. La prospet*tiva di non partecipare, nella prossima stagione, alla più munifica delle com*petizioni europee è umiliante dal pun*to di vista sportivo e devastante sotto il profilo economico. La Juve non se lo può permettere: vorrebbe dire ridimen*sionare il mercato, rivedere i piani, fa*re un passo indietro nel processo ( per altro già rallentato) di ricostruzione di una squadra vincente.
L’ALLENATORE - Alle radici di questa crisi, la peggiore attraversata dalla Ju*ventus nell’ultimo ventennio ( solo la stagione di Maifredi è paragonabile e cadeva giusto diciannove anni fa), ci sono molteplici ragioni, ma la questio*ne dell’allenatore è una di quelle noda*li e, fatalmente, una delle poche sulle quali si può agire nell’immediato. E’ evidente il disagio tattico della squa*dra, per altro denunciato dagli stessi giocatori che neppure troppo fra le ri*ghe si esprimono a proposito della dif*ficoltà a contrastare gli avversari in modo adeguato. L’impressione è che Ferrara abbia perso il grip sulla squa*dra, sempre più disorientata, incapace di reagire ed esposta a sconfitte che minano la tranquillità dei giocatori stessi, sempre più insicuri e spaventa*ti. Perdere contro il Chievo ( mai suc*cesso nei quindici anni in cui il minu*scolo club si è ritagliato la sua favola fra i grandi del calcio), così come contro il Catania in casa ( eguagliando un re*cord negativo vecchio di quarant’anni) rappresenta un attentato all’autostima collettiva di un gruppo che si sta sfari*nando anche dal punto di vista psicolo*gico. Oggi verranno riesaminate le pos*sibile alternative, da Guus Hiddink ( spaventano gli altissimi costi) ai no*mi dell’eventuale traghettatore.
IL MERCATO - Oltretutto, le milanesi che si fanno meno male, comprano pu*re di più. Nel mercato di gennaio l’In*ter ha, per ora, portato a casa Pandev ( che ha segnato e fatto segnare nelle prime due partite giocate) e il Milan ha ingaggiato il motivatissimo Beckham ( pure lui utile alla causa). Per tacere della Roma, che sta davanti alla Juventus anche grazie ai gol di un certo Luca Toni, centravanti recupera*to dal Bayern Monaco, un paio di setti*mane prima che i bianconeri prendes*sero Michele Paolucci dal Siena ( che, per quanto ieri sia stato fra i meno peg*gio e sia un giovane di assoluta pro*spettiva, non si può paragonare ai tre rinforzi citati prima).
LE DECISIONI - Lo scenario è fosco, in*tervenire drasticamente è obbligatorio, trovare una soluzione urgentissimo. Nella settimana della sfida con la Ro*ma, diretta concorrente per la qualifi*cazione Champions League, potrebbe passare uno degli ultimi treni per sal*vare il salvabile ed evitare lo sfascio totale. Il progetto di una rifondazione meglio ponderata e programmata da attuare in estate forse non può atten*dere così a lungo.
Juve, oggi si decide il futuro di Ferrara
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Il tecnico non è ancora riuscito a dare una precisa identità tattica. Sotto accusa anche la società: l'Inter ha preso Pandev, la Roma Toni, il Milan Beckham, mentre a Torino è tornato Paolucci. John Elkann oggi interverrà per dettare la linea
VERONA, 18 gennaio - Dietro la facciata, dove la fi*ducia a Ciro Ferrara è esposta in mo*do ufficiale, nel palazzo della Juventus si discute e matura il futuro, che po*trebbe anche non avere più il volto spaesato del tecnico napoletano. E’ un’altra partita che attende l’allenato*re e che, molto probabilmente già nel*la mattinata di oggi, sarà al centro di un’approfondita e definitiva riflessio*ne da parte della dirigenza, in stretto contatto con la proprietà, decisa a scen*dere in campo dopo l’ennesima sconfit*ta e la angosciante prospettiva che le brutte figure ( quelle che Chiellini ha etichettato in modo meno raffinato, ma forse più efficace) continuino, provo*cando danni gravi e sempre meno repa*rabili. Già nella serata di ieri, nel char*ter che dall’aeroporto Valerio Catullo di Verona ha riportato la Juventus a Torino, c’è stato un primo e importan*te consulto dei vertici dirigenziali coor*dinato da Roberto Bettega, che come plenipotenziario dell’area sportiva è chiamato a governare in prima perso*na l’unità di crisi.
I RISULTATI - La situazione è grave. I risultati negativi stanno assumendo proporzioni storiche e contorni preoc*cupanti. La Juventus da ieri sera è fuo*ri dalla zona Champions League e ha subito il sorpasso della Roma, reso an*cora più bruciante considerando il fat*to che sulla panchina giallorossa c’è il tecnico cacciato a due giornate dalla fi*ne dello scorso campionato. La prospet*tiva di non partecipare, nella prossima stagione, alla più munifica delle com*petizioni europee è umiliante dal pun*to di vista sportivo e devastante sotto il profilo economico. La Juve non se lo può permettere: vorrebbe dire ridimen*sionare il mercato, rivedere i piani, fa*re un passo indietro nel processo ( per altro già rallentato) di ricostruzione di una squadra vincente.
L’ALLENATORE - Alle radici di questa crisi, la peggiore attraversata dalla Ju*ventus nell’ultimo ventennio ( solo la stagione di Maifredi è paragonabile e cadeva giusto diciannove anni fa), ci sono molteplici ragioni, ma la questio*ne dell’allenatore è una di quelle noda*li e, fatalmente, una delle poche sulle quali si può agire nell’immediato. E’ evidente il disagio tattico della squa*dra, per altro denunciato dagli stessi giocatori che neppure troppo fra le ri*ghe si esprimono a proposito della dif*ficoltà a contrastare gli avversari in modo adeguato. L’impressione è che Ferrara abbia perso il grip sulla squa*dra, sempre più disorientata, incapace di reagire ed esposta a sconfitte che minano la tranquillità dei giocatori stessi, sempre più insicuri e spaventa*ti. Perdere contro il Chievo ( mai suc*cesso nei quindici anni in cui il minu*scolo club si è ritagliato la sua favola fra i grandi del calcio), così come contro il Catania in casa ( eguagliando un re*cord negativo vecchio di quarant’anni) rappresenta un attentato all’autostima collettiva di un gruppo che si sta sfari*nando anche dal punto di vista psicolo*gico. Oggi verranno riesaminate le pos*sibile alternative, da Guus Hiddink ( spaventano gli altissimi costi) ai no*mi dell’eventuale traghettatore.
IL MERCATO - Oltretutto, le milanesi che si fanno meno male, comprano pu*re di più. Nel mercato di gennaio l’In*ter ha, per ora, portato a casa Pandev ( che ha segnato e fatto segnare nelle prime due partite giocate) e il Milan ha ingaggiato il motivatissimo Beckham ( pure lui utile alla causa). Per tacere della Roma, che sta davanti alla Juventus anche grazie ai gol di un certo Luca Toni, centravanti recupera*to dal Bayern Monaco, un paio di setti*mane prima che i bianconeri prendes*sero Michele Paolucci dal Siena ( che, per quanto ieri sia stato fra i meno peg*gio e sia un giovane di assoluta pro*spettiva, non si può paragonare ai tre rinforzi citati prima).
LE DECISIONI - Lo scenario è fosco, in*tervenire drasticamente è obbligatorio, trovare una soluzione urgentissimo. Nella settimana della sfida con la Ro*ma, diretta concorrente per la qualifi*cazione Champions League, potrebbe passare uno degli ultimi treni per sal*vare il salvabile ed evitare lo sfascio totale. Il progetto di una rifondazione meglio ponderata e programmata da attuare in estate forse non può atten*dere così a lungo.