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Juve, oggi si decide il futuro di Ferrara

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Il tecnico non è ancora riuscito a dare una precisa identità tattica. Sotto accusa anche la società: l'Inter ha preso Pandev, la Roma Toni, il Milan Beckham, mentre a Torino è tornato Paolucci. John Elkann oggi interverrà per dettare la linea
VERONA, 18 gennaio - Dietro la facciata, dove la fi*ducia a Ciro Ferrara è esposta in mo*do ufficiale, nel palazzo della Juventus si discute e matura il futuro, che po*trebbe anche non avere più il volto spaesato del tecnico napoletano. E’ un’altra partita che attende l’allenato*re e che, molto probabilmente già nel*la mattinata di oggi, sarà al centro di un’approfondita e definitiva riflessio*ne da parte della dirigenza, in stretto contatto con la proprietà, decisa a scen*dere in campo dopo l’ennesima sconfit*ta e la angosciante prospettiva che le brutte figure ( quelle che Chiellini ha etichettato in modo meno raffinato, ma forse più efficace) continuino, provo*cando danni gravi e sempre meno repa*rabili. Già nella serata di ieri, nel char*ter che dall’aeroporto Valerio Catullo di Verona ha riportato la Juventus a Torino, c’è stato un primo e importan*te consulto dei vertici dirigenziali coor*dinato da Roberto Bettega, che come plenipotenziario dell’area sportiva è chiamato a governare in prima perso*na l’unità di crisi.

I RISULTATI
- La situazione è grave. I risultati negativi stanno assumendo proporzioni storiche e contorni preoc*cupanti. La Juventus da ieri sera è fuo*ri dalla zona Champions League e ha subito il sorpasso della Roma, reso an*cora più bruciante considerando il fat*to che sulla panchina giallorossa c’è il tecnico cacciato a due giornate dalla fi*ne dello scorso campionato. La prospet*tiva di non partecipare, nella prossima stagione, alla più munifica delle com*petizioni europee è umiliante dal pun*to di vista sportivo e devastante sotto il profilo economico. La Juve non se lo può permettere: vorrebbe dire ridimen*sionare il mercato, rivedere i piani, fa*re un passo indietro nel processo ( per altro già rallentato) di ricostruzione di una squadra vincente.

L’ALLENATORE
- Alle radici di questa crisi, la peggiore attraversata dalla Ju*ventus nell’ultimo ventennio ( solo la stagione di Maifredi è paragonabile e cadeva giusto diciannove anni fa), ci sono molteplici ragioni, ma la questio*ne dell’allenatore è una di quelle noda*li e, fatalmente, una delle poche sulle quali si può agire nell’immediato. E’ evidente il disagio tattico della squa*dra, per altro denunciato dagli stessi giocatori che neppure troppo fra le ri*ghe si esprimono a proposito della dif*ficoltà a contrastare gli avversari in modo adeguato. L’impressione è che Ferrara abbia perso il grip sulla squa*dra, sempre più disorientata, incapace di reagire ed esposta a sconfitte che minano la tranquillità dei giocatori stessi, sempre più insicuri e spaventa*ti. Perdere contro il Chievo ( mai suc*cesso nei quindici anni in cui il minu*scolo club si è ritagliato la sua favola fra i grandi del calcio), così come contro il Catania in casa ( eguagliando un re*cord negativo vecchio di quarant’anni) rappresenta un attentato all’autostima collettiva di un gruppo che si sta sfari*nando anche dal punto di vista psicolo*gico. Oggi verranno riesaminate le pos*sibile alternative, da Guus Hiddink ( spaventano gli altissimi costi) ai no*mi dell’eventuale traghettatore.

IL MERCATO
- Oltretutto, le milanesi che si fanno meno male, comprano pu*re di più. Nel mercato di gennaio l’In*ter ha, per ora, portato a casa Pandev ( che ha segnato e fatto segnare nelle prime due partite giocate) e il Milan ha ingaggiato il motivatissimo Beckham ( pure lui utile alla causa). Per tacere della Roma, che sta davanti alla Juventus anche grazie ai gol di un certo Luca Toni, centravanti recupera*to dal Bayern Monaco, un paio di setti*mane prima che i bianconeri prendes*sero Michele Paolucci dal Siena ( che, per quanto ieri sia stato fra i meno peg*gio e sia un giovane di assoluta pro*spettiva, non si può paragonare ai tre rinforzi citati prima).

LE DECISIONI - Lo scenario è fosco, in*tervenire drasticamente è obbligatorio, trovare una soluzione urgentissimo. Nella settimana della sfida con la Ro*ma, diretta concorrente per la qualifi*cazione Champions League, potrebbe passare uno degli ultimi treni per sal*vare il salvabile ed evitare lo sfascio totale. Il progetto di una rifondazione meglio ponderata e programmata da attuare in estate forse non può atten*dere così a lungo.
 
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:kez_03::kez_03::kez_03::kez_03:La Juve conferma Ferrara

Il tecnico lascia la sede: "Tutto ok":whistle2::whistle2::whistle2::whistle2::whistle2:

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"E' tutto ok". Sono queste le uniche parole di Ciro Ferrara al termine del vertice in sede a Torino con i massimi dirigenti della Juventus. All'incontro, cominciato attorno alle 16.15, hanno partecipato, oltre al tecnico, il vice dg, Bettega, Secco e il presidente Blanc. Secondo la Juve si sarebbe trattato di una semplice riunione di routine. Lo stesso Bettega ha detto: "Non abbiamo detto che è lui il problema perché non lo pensiamo".
Quanto al mercato di riparazione, Bettega non si è sbilanciato. "Il nostro primo acquisto è Sissoko - ha detto al riguardo - che tornerà a breve". Il suo Mali, infatti, è stato eliminato dalla Coppa d'Africa.
 
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Moggi: «Rientro nel 2011. Con Agnelli torno alla Juve»

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© LaPresse

«Con questa dirigenza che ci ha umiliati non voglio avere niente a che fare. Ferrara ora deve essere esonerato. L'Inter è la più forte solo grazie a Calciopoli
TORINO, 18 gennaio - Luciano Moggi annuncia il ritorno al calcio nel 2011 una volta scontata la squalifica. E confida che potrebbe anche tornare alla Juve se Agnelli prendesse in mano il comando della società.

ESONERARE FERRARA
- Nella trasmissione "Studio Stadio" condotta da Paola Delli Colli, che vede tra i protagonisti anche l'opinionista Stefano Discreti, Moggi ha parlato anche della situazione Ferrara: «Ormai Ferrara è da esonerare perché è evidente che lo spogliatoio non lo segue più e poi se la Juventus dovesse perdere anche sabato prossimo contro la Roma la crisi diventerebbe irreversibile. Squadra in emergenza infortuni? Vero, ma i soli Diego e Melo in campo costavano quanto tutto il Chievo. Ferrara pagherà per tutti anche perché Secco non conta e non decide nulla. Quindi cosa lo cacci a fare? Non so comunque chi potrà rimpiazzare Ciro in panchina. Comunque il vero responsabile di questo fallimento è Blanc che rappresenta in pieno l'incompetenza di questa nuova società. Ma vi rendete conto che per sbloccare l'affare Paolucci ha dovuto telefonare in prima persona Franzo Grande Stevens al Presidente del Siena? Paolucci, avessi detto Ibrahimovic…. Blanc sarebbe da cacciare all'istante!! In 3 anni hanno buttato 250 milioni di euro. Noi in 12 anni non abbiamo fatto cacciare un soldo alla Proprietà…. La vittoria contro il Napoli di Coppa Italia forse aveva illuso qualcuno che la crisi fosse finita e che con Lanzafame e Paolucci si potesse risalire la china…».

RITORNO CON AGNELLI
- Poi la "bomba": «Nell'estate 2011 finirà la mia squalifica e tornerò nel calcio. Questo a molti da fastidio e spaventa. Un ritorno alla Juve? Non farò mai come Bettega. Con questa dirigenza che ci ha umiliati e che ha cercato in tutti i modi di farci condannare io non voglio avere niente a che fare. Con Andrea Agnelli al comando invece tornerei subito, anche per sdebitarmi con i tifosi juventini che in questi anni mai mi hanno fatto mancare il loro affetto».

CALCIPOLI
- Parla anche del processo Calcipoli: «Al processo di Napoli tirererò fuori un'intercettazione tra Baldini e Mazzini, in cui l'ex dirigente della Roma dice a Mazzini che riuscirà a far cacciare dal calcio Moggi, Giraudo e Galliani ma a lui lo salverà in cambio di una sistemazione per il suo amico Renzo Castagnini (oggi alla Juve...). Franco Baldini è un incapace e si pentirà amaramente di aver detto il falso perché a fine processo lo denuncerò penalmente! Come ho fatto a lavorare con Fabio Capello che ne è amico? Chiedetelo al tecnico dell'Inghilterra. Io non ho mai chiesto niente di Baldini a nessuno...».

INTER
- Un affondo anche all'Inter: «Con la distruzione della Juventus del 2006, ormai il potere è tutto a Milano. Le squadre milanesi continueranno a dominare in Italia per tanti altri anni, soprattutto l'Inter che più di tutte ha tratto beneficio da Calciopoli. Quest'anno l'Inter senza Ibrahimovic ha più difficoltà ad andare in rete, ma resta comunque la più forte di un campionato mediocre».
 
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Juve, Candreva in arrivo


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Trovata l’intesa con l’Udinese: oggi gli ultimi dettagli con Spinelli, poi le firme
TORINO, 19 gennaio - Esce il Mali e torna Momo Sissoko, poi “ esce” il Genoa e si avvici*na Antonio Link veralten (gelöscht). Ad entrare (in pista) è invece la Link veralten (gelöscht).

GLI EVENTI - Spieghiamo: in teoria l’eliminazione del forte centrocampista bian*conero dalla Coppa d’Afri*ca avrebbe potuto raffred*dare gli entusiasmi della dirigenza di corso Galielo Ferraris nei confronti del gioiellino del Livorno, tut*tavia gli ulteriori sviluppi a tema che ha offerto la giornata di ieri hanno con*tribuito a far levitare le quotazioni della Juventus. Juventus che in serata ha felicemente appreso d’esse*re diventata l’unica pre*tendente di spessore rima*sta sulle tracce di Candre*va. Ieri si sono incontrati i dirigenti di Genoa ( l’altra società intenzionata a rile*vare il giocatore) e Udine*se ( che del giocatore, in prestito in Toscana, detie*ne il cartellino). Risultato del summit, un nulla di fatto condito da una am*missione di ritirata da par*te dei rossoblù. «Candreva non ci interessa più, ci te*niamo Zapater e puntiamo su di lui». Questioni econo*miche, questioni tattiche. Fatto sta che Roberto Bet*tega e Alessio Link veralten (gelöscht) hanno sorriso all’idea di non do*ver essere trascinati in un’asta al rialzo ritrovan*dosi piuttosto in una posi*zione privilegiata.

LA TATTICA - Dal canto lo*ro i bianconeri, ieri, aveva*no lanciato una sorta di ul*timatum all’Udinese. Sa*pete che vogliamo Candre*va, sapete che lo vogliamo in prestito con diritto di ri*scatto a fine stagione. Stes*so discorso, grossomodo, con il patron amaranto Al*do Spinelli, il cui nulla osta all’operazione è fonda*mentale. Sino a tardo po*meriggio inoltrato il nume*ro uno dei toscani ha avu*to buon gioco a tenere alto il tiro: «Alla Juventus ho chiesto giocatori, perché non posso privarmi di un talento così senza avere nulla in cambio. Se mi dan*no uno come Giovinco o De Ceglie, oppure un altro che può servire al mio alle*natore, posso anche agevo*lare il centrocampista che comprensibilmente sogna di andare in una grande. Altrimenti non cedo. Non dimentichiamo, del resto, che c’è anche il forte inte*resse del Genoa».
 
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Crisi Juve: la parola ai tifosi

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Ieri pomeriggio abbiamo ricevuto una mail inviata da un gruppo di tifosi della Juventus che affronta il tema del momento difficile della squadra. La pubblichiamo molto volentieri soprattutto per i toni pacati che vorremmo sempre vedere in tutte le discussioni.


"Gent. Direzione,
Da semplici tifosi e amanti dei colori bianconeri scriviamo questa lettera aperta, per esprimere civilmente e pacificamente il nostro profondo e amaro dissenso riguardo l'attuale situazione in cui versa la Juventus F.C..
Pur riconoscendo quanto di buono creato da questa dirigenza nell'arco di 4 anni, ci troviamo costretti a cercare di rendere pubblica la nostra posizione. Crediamo di esserne legittimati, se non altro per il contributo che diamo ogni giorno alla nostra amata società acquistando biglietti per lo stadio, abbonamenti TV, magliette, gadgets, bandiere, sciarpe e quant'altro.
Reputiamo se non essenziale quanto meno importante il nostro apporto e i nostri sacrifici, a maggior ragione in un periodo di crisi come questo, quando pur facendo fatica a tirare avanti si trovano lo stesso i soldi per pagare un abbonamento o un biglietto. Chiediamo solo di avere uno spazio pubblico tramite il quale mandare un messaggio, dissociandoci da qualsiasi forma di gruppo organizzato, fan-club o altro.
Il nostro fine non è quello di distruggere, di insultare, di "rovinare" o anche solo di ferire qualcuno o qualcosa, ma semplicemente quello di concorrere all'individuazione di una soluzione, di avere un ruolo, anche fosse solamente quello di portatori di un'idea, che non abbiamo la presunzione di imporre come giusta.
Scriviamo questa lettera da singoli tifosi, ma crediamo di cristallizzare, se non altro in parte, un pensiero comune ai 14 milioni di supporters bianconeri sparsi in tutta la penisola, dei quali, tuttavia, non possiamo essere portavoce né rappresentanti.
Scriviamo per contrastare l'immobilismo e la mancanza di polso che ogni settimana abbiamo sotto gli occhi, o perché così è realmente, o perché così ci sembra.
Scriviamo perché non ci riconosciamo né nei c.d "ultràs", né negli uomini di potere della Juventus e siccome non c'è altro modo per "far parlare" all'unisono le moltissime persone che non rientrano in queste due categorie, abbiamo scelto questo...sperando che molti condividano il nostro pensiero.
Non riusciamo a concepire l'adozione di due pesi e di due misure differenti nei confronti dei nostri due ultimi allenatori: Claudio Ranieri, esonerato a due partite dal termine della stagione per salvaguardare il secondo posto in campionato, dopo aver comunque regalato soddisfazioni in ambito europeo (vittoria contro il Real Madrid ed uscita a testa alta contro il Chelsea) e Ciro Ferrara, confermato ulteriormente dopo l'eliminazione ai gironi di Champions League e l'attuale 5° posto in campionato, nonostante gli fosse stata data "un'ultima chance" in data 2 Novembre 2009. Sono passati mesi e le sconfitte sono state ben sei, molte delle quali, bisogna ammetterlo, imbarazzanti.
Crediamo che i "jolly" siano finiti ormai da un pezzo.
I risultati calcistici sono frutto di un lavoro di squadra, che se dovesse essere riassunto in percentuali, potrebbe figurare cosi: 60% Giocatori, 30% Allenatore, 10% Società.
Se uno di questi tre fattori non funziona, tutto il resto lavora sotto regime.
E' chiaro a tutti che la soluzione più semplice non sia il cambiare 25 giocatori, ma cambiare il singolo allenatore, che peraltro non è certamente l'unico responsabile dell'andamento negativo ( allenatore al quale siamo e saremo sempre legati da profonda ammirazione per i risultati ottenuti da calciatore nonché per l'impegno che dimostra quotidianamente).
Infatti cerchiamo di andare oltre, visto che l'attuale dirigenza continua a confermare il tecnico e, sinceramente, non riusciamo a capirne il motivo, che forse sarà stato spiegato agli Spett. Consiglieri di Amministrazione...ma a noi tifosi no.
Ci sembra che il problema sia più ampio.
Non avendo dati, progetti o esternazioni da valutare, ci siamo fatti l'idea che l'attuale plenipotenziario, Jean-Claude Blanc, sia un ottimo amministratore ed economo strictu sensu, ma non un altrettanto abile Presidente.
Continuiamo a domandarci perché questa carica non sia stata affidata e non possa esserlo nell'immediato a (tanto per fare dei nomi) Giampiero Boniperti o, ancor meglio, ad Andrea Agnelli, uomini dalla sicura e accertata competenza calcistica e "juventinità"; senza nulla togliere all'attuale presidente, che ha dimostrato grande lungimiranza e sarà ricordato come il presidente che ci ha regalato uno stadio degno da Juventus. Onore al merito. Sarebbe da ipocriti annacquare il bello solo per dare risalto al brutto.
Sia ben chiaro: non è nostro obiettivo giudicare o inquisire (non crediamo che sia una bazzecola svolgere determinati mestieri), ma semplicemente esprimere la nostra opinione, come può fare un giornalista o un opinionista.
Siamo sconcertati dalla naturalezza con la quale viene accolta questa situazione. La Juventus al 5° posto è fantascienza, a maggior ragione tenendo conto che una squadra con la rosa inferiore a questa l'anno scorso arrivò seconda, ed il terzo posto sembrava a tutti una "eresia".
Non riusciamo a capire l'utilità e i margini di effettività dell'ingresso di Roberto Bettega in società e temiamo che sia stato solo un palliativo per placare il malessere dei tifosi.
La situazione sembra ormai precipitare. Se non si agisce subito sarà poi troppo tardi.
Da tifosi possiamo dirVi che siamo pronti ad aspettare per tornare al vertice, a pazientare ancora per poter vedere un trofeo alzato al cielo.
A credere nei vostri progetti, che vorremmo tanto fossero i NOSTRI. Questo a patto che ci sia chiarezza. Se c'è un progetto: bene, che venga comunicato. Nulla fomenta l'impazienza e lo sconforto come il non sapere dove si sta andando. Se il progetto si limita al vivere alla giornata allora non siamo d'accordo. Peggio, se il progetto ha dimostrato di non essere all'altezza, che sia rivisto, discusso, cambiato.
Prima di concludere, ci teniamo a precisare che non è assolutamente nei nostri desideri un cambio di proprietà, più che altro un cambio di guida.
Saremo sempre legati alla Famiglia, soprattutto per la profonda ammirazione e l'immenso rispetto che deve essere portato al membro forse più illustre.
Un uomo capace di dire: "Nei momenti difficili di una partita, c'è sempre nel mio subconscio qualcosa a cui mi appello, a quella capa*cità di non arrendersi mai. E questo è il motivo per cui la Juventus vince anche quando non te l'aspetti". Questo ci manca. Tantissimo.
Speriamo che le nostre parole non vengano fraintese, così come le nostre critiche. Confidiamo nell'intelligenza dei nostri destinatari, che sapranno intendere il vero senso di questa lettera. Nelle vittorie saremo allo stadio ad esultare, ad invocare i nostri beniamini, ad incitare e ringraziare tutti Voi.
Nelle sconfitte saremo tristi e delusi, amareggiati, arrabbiati. Saremo in protesta fuori dallo stadio o per le strade.
Ma ricordatevi una cosa: nel bene e nel male ci saremo. A gioire saremo in 14 milioni.
A piangere e cercare una soluzione saremo altrettanti.
La Juventus non sarà mai sola.
K.
P.S. Chiediamo e speriamo che questa lettera non rimanga una delle tante inviate e mai lette.
Vorremmo che le fosse dato il giusto rilievo, per questo ci rivolgiamo a Voi, nella speranza che entrambi possiamo trarre giovamento dalla sua resa pubblica.
Grazie."

Lettera dei tifosi inviata alla redazione di Eurosport !
 
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Juve, e se il sacrificato fosse Buffon? C'è già la pretendente

La Juventus a fine anno dovrà ricostruire: l'anticipo di budget di quest'anno, speso per Diego e Felipe Melo, non apre di certo ad un futuro economicamente roseo e dunque c'è da attendersi un sacrificio. La vittima sull'altare del bilancio potrebbe essere Gianluigi Buffon che a 32 anni, sarebbe all'ultimo mercato utile per un buon incasso: ingaggio oneroso e rendimento incostante, Buffon potrebbe essere sostituito in maniera indolore, soprattutto realizzando una plusvalenza da rinvestire, visto che il suo costo a bilancio è stato ammortizzato da tempo. Intanto dalla Baviera, parla Oliver Kahn: "Il Bayern ha grandi ambizioni e quando vuoi raggiungere degli obiettivi hai bisogno di avere uno dei migliori portieri al mondo: devono prendere Buffon" dichiara l'ex numero 1 tedesco. La pretendente insomma ci sarebbe già: venti milioni di euro può essere il prezzo giusto per far decollare l'affare.
 
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Beh per 100 Mio si ci puo' riflettere un po, ma poi dove lo troviamo un' altro portiere ''il migliore al mondo''???
Poi con la situazione attuale, se vendono pure il portire, in campo si ritrovano solo schiappe...
 
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Juve-Roma, Sissoko e Candreva in campo

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Due le novità importanti nel gruppo: il rientro del maliano dalla Coppa d’Africa e l'arrivo del nuovo acquisto, entrambi subito al lavoro con i compagni. Esercizi atletici e tecnici, apoi la squadra è andata in ritiro
VINOVO (TORINO), 21 gennaio - Allenamento pomeridiano oggi per la Juventus, impegnata a preparare la sfida di sabato sera contro la Roma. Due le novità importanti nel gruppo: il rientro di Momo Sissoko dalla Coppa d’Africa e l’arrivo di Antonio Candreva, entrambi subito al lavoro con i compagni. Esercizi atletici e tecnici gli ingredienti della seduta, al termine della quale la squadra è andata in ritiro. Venerdì, vigilia della gara contro i giallorossi, i bianconeri si alleneranno nuovamente di pomeriggio e al termine Ciro Ferrara terrà la consueta conferenza stampa. L’appuntamento con i giornalisti è fissato alle 17.00.
 
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Caro Diego, ti ricordi come si fa?

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A Roma il brasiliano trascinò i compagni al colpo, dalla Roma vuole ripartire. Per conquistare il Mondiale, deve regalare 4 mesi di magie: assecondato da Ferrara. Finora ha faticato a imporre la propria classe, penalizzato anche dai cambi di modulo e posizione. Ma il rilancio passa dai suoi piedi
TORINO, 22 gennaio - «Un gol di Garrincha è eterno, non lo dimentica nessuno». Lo scrisse José Edilberto Coutinho, giornalista brasiliano che amava il calcio e la poesia, non sappiamo in quale ordine. Forse avrebbe sostenu*to lo stesso di quelli griffati, a decenni di distanza, da un altro suo connazionale, Link veralten (gelöscht) Ribas da Cunha. Ispirato dal fatto che di solito sono belli e - di questi tempi - rari. Le due prodezze dell’Olimpico (romano) in effetti sono bene impresse nella memoria di chi tifa Juve. Per svariati motivi. In quanto notevoli, perché non hanno avuto seguito e poiché costituiscono il prin*cipale appiglio percontinuare a credere nella grandez*za assoluta dell’asso strappato al Werder. E’da quel pomeriggio di fine estate che il popolo bianconero at*tende la (ri)apparizione del suo profeta. Il Diego am*mirato lo scorso 30 agosto (e negli anni di Brema) ave*va il marchio tangibile del fuoriclasse e pensare a un’allucinazione collettiva proprio non si può.

CHE SHOW ALL'OLIMPICO - Quando l’arbitro Taglia*vento fischierà il via di Juve-Link veralten (gelöscht), mancheran*no 149 giorni all’inizio del Mondiale sudafricano. E ne saranno trascorsi 144 dal match d’andata tra giallorossi e bianconeri, quello che sembrava aver consegnato alla Juve e al*l’intero calcio italiano un giocatore speciale desti*nato a segnare un epoca: Diego Ribas da Cunha. Ha segnato poco, invece, il 28 bianconero nel corso di questa disgraziata sta*gione juventina. In senso figurato, certo. Ma pure letterale. Due gol appena dopo il magico pomeriggio dell’Olimpico. Il primo a Bergamo in campionato. Il secondo, a debito inter*vallo, contro il Napoli in Coppa Italia. Eppure le critiche piovute addosso agli juventini vecchi e nuovi hanno appena scal*fito la sua immagine.

IL 10 DEGLI ANNI ‘ 10 - Un numero 10 per segnare gli anni ‘10. Questo si aspettavano società, com*pagni, tifosi al momento della conclusione dell’e*stenuante trattativa con il Link veralten (gelöscht). Al mo*mento Diego veste il 28 per una questione di ge*rarchie interne, ma verrà il tempo di riappropriarsi del proprio marchio di fabbrica. Nel frattempo aspetta, si fa aspettare. E attraversa la terra di mezzo tra il Diego- show dell’Olimpico e il grande show Mondiale a cui pun*ta da un quadriennio. Carlos Dunga non ha mai fatto mistero di stimarlo, ma l’ultima convocazione risale a oltre un anno fa e il ritorno di Ronaldinho ai fasti di un tempo non è una buona notizia per il bianconero. Anche se poi bisognerebbe fare chia*rezza una volta per tutte non solo su chi è realmen*te Diego ( noi, a proposito di fede, continuiamo a pensare che abbia le stimmate del fuoriclasse), ma soprattutto su cos’è.

L’EQUIVOCO - Ciro Ferra*ra lo vuole infatti in posi*zione avanzata, a ridosso delle punte o addirittura dell’unica punta. Una col*locazione che al brasilia*no va stretta, perché tut*ta la sua storia porta in altre direzioni. Il vero Diego, quello ante Juve per intenderci, ha sempre avuto la pretesa ( e la ca*pacità) di avviare l’azio*ne, per poi rifinirla e/ o concluderla. Infatti anche l’etichetta di trequartista ci sembra inappropriata o comunque limititativa. E di sicuro non è confinan*dolo sull’esterno (nel cor*so di questa confusa an*nata abbiamo visto anche quello) che lo si aiuta a fare la differenza. Perché ai margini del gioco il brasiliano non vuole star*ci mai, figuriamo del cam*po. Per intenderci, tra Diego e (il miglior) Ronal*dinho magari ci sarà una notevole differenza, di si*curo ci sono venti metri di campo. A nostro avviso siamo, infatti, di fronte a un centrocampista offen*sivo atipico, ma pur sem*pre un centrocampista. E la Juve può permetterse*lo, avendo in rosa eccel*lenti mediani (magari an*che loro accompagnati da qualche equivoco sulla collocazione più idonea). Si tratta di fare chiarezza sui ruoli, sulle competen*ze in campo e di dare una matrice all’intera mano*vra.
 
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Due mesi di squalifica ai medici

21 gennaio 2010 - Il Tribunale Nazionale Antidoping del Coni (Tna) ha squalificato per due mesi i medici della Juventus, Bartolomeo Boitre e Luca Stefanini per il caso Cannavaro. Il difensore bianconero era infatti risultato positivo al cortisone dopo la gara Roma-Juve a causa di una puntura di una vespa che lo aveva obbligato a sottoporsi ad un trattamento specifico, regolarmente comunicato, ma con una documentazione incompleta. Prosciolto il giocatore, il caso era stato archiviato, come da richiesta del capo della procura antidoping del Coni, Ettore Torri. Lo scorso 26 novembre i due medici erano stati deferiti dalla stessa procura con la richiesta di tre mesi di squalifica, che la sentenza di oggi ha ridotto a due. Immediata la risposta della società bianconera che ha deciso di fare ricorso al tribunale arbitrale di Losanna. "La Juventus - si legge in una nota sul sito ufficiale del club - prende atto della sentenza, ma rimane ferma nella propria convinzione che i dottori Goitre e Stefanini abbiano offerto la massima collaborazione alle istituzioni sportive competenti".
Intanto il Casms ha deciso di vietare la trasferta ai tifosi bianconeri per la gara dei quarti di finale di Coppa Italia contro l'Inter, in programma il 28 gennaio.
 
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