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Scandalo Armstrong. La Nike: Ci ha ingannato

mariomoskau

DEB König
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Scandalo Armstrong. La Nike: Ci ha ingannato

Il vincitore di sette Tour de France consecutivi si è dimesso dalla presidenza di Livestrong, la fondazione che ha ispirato milioni di malati di cancro a non soccombere alla malattia

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NEW YORK - Lance Armstrong getta la spugna mentre Nike lo molla: il vincitore di sette Tour de France consecutivi si è dimesso dalla presidenza di Livestrong, la fondazione che ha ispirato milioni di malati di cancro a non soccombere alla malattia: "Ho voluto risparmiare all'organizzazione gli effetti negativi della controversia sulla mia carriera ciclistica", ha spiegato il vincitore di sette Tour de France consecutivi, travolto dallo scandalo del doping. Durissimo il comunicato Nike che ha posto fine a oltre un decennio di collaborazione con il campione: "È con grande tristezza che prendiamo questa decisione di fronte a prove in apparenza insormontabili che per oltre un decennio Lance ha partecipato al doping e ha ingannato Nike", ha fatto sapere l'azienda di abbigliamento sportivo di cui il campione era testimonial con un centinaio di prodotti col marchio Livestrong. Nike in passato ha 'perdonatò campioni come Kobe Bryant, accusato di molestie sessuali, o Tiger Woods, finito nei guai per le sue attività extraconiugali. Ha deciso di non transigere sul doping: "Non perdoniamo l'uso di sostanze illegali", si legge in un comunicato in cui si precisa che il colosso dello sport continuerà a sostenere le iniziative di Livestrong "create per unire e ispirare i malati di cancro".

FERRARI SMENTISCE - La duplice decisione arriva una settimana dopo il devastante rapporto della Usada, l'agenzia antidoping americana, che ha ha accusato Armstrong e la sua squadra di aver orchestrato, negli anni delle vittorie al Tour, il più sofisticato piano di doping nella storia del ciclismo. La fondazione Livestrong è stata fondata nel 1997 mentre Armstrong stava uscendo dal tunnel della malattia: da allora ha raccolto centinaia di milioni di dollari. Nel 2004 Livestrong aveva introdotto il leggendario braccialetto giallo di cui furono venduti 80 milioni di esemplari: simbolo della tenacia che aveva aiutato Lance a battere un cancro ai testicoli e di chi come lui non si arrende davanti a una diagnosi potenzialmente letale. Questo fine settimana Livestrong doveva celebrare a Austin in Texas il 15esimo anniversario con un gala a cui Armstrong è atteso a dispetto delle dimissioni. L'asso delle due ruote, che non riceveva uno stipendio come presidente di Livestrong, è rimasto tra i 15 membri del board il cui timone è passato al numero due Jeff Garvey. Intanto l'ex medico di Armstrong, Michele Ferrari, ha negato le accuse dell'Usada di aver architettato il doping del campione: "Nego di aver avuto un rapporto professionale con Armstrong", ha detto sul suo sito web l'italiano che è stato messo al bando a vita dall'Usada e radiato dal Coni. Secondo Ferrari il milione di dollari che, secondo l'Usada, sarebbe stato pagato nel 2006 a una società controllata dall'italiano erano "semplicente compensi ritardati per consulenze rese in anni precedenti".
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