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Info La RAI non può più snobbare Internet: è ora di cambiare

meister85

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Il segretario uscente dell'Usigrai, Carlo Verna, sostiene che la RAI dovrebbe puntare tutto sul web. Oggi è un suo punto debole anche se avrebbe tanti contenuti da giocare. Anche l'informazione ne gioverebbe.

Internet è il punto debole della RAI. Lo sanno gli addetti ai lavori e anche i telespettatori. Il segretario uscente dell'Usigrai, Carlo Verna, l'ha ribadito durante il XIII congresso nazionale del sindacato dei giornalisti del servizio pubblico. I dati della direzione marketing non lasciano spazio a dubbi: RAI racimola solo 190mila contatti unici al giorno contro i 2 milioni di Repubblica.it e gli 1,8 milioni di Corriere.it. Se poi si guarda alle pageview si parla di sole 330 milioni contro i 7,7 miliardi di Repubblica.

E dire che i contenuti non mancherebbero e così anche l'esigenza di rinfoltire lo staff. Secondo Verna andrebbe "superata la tripartizione di quello che fu il cosiddetto patto della crostata e che poi le energie riformatrici vadano coagulate verso una reale offerta multipiattaforma che tenga conto anche del mutato numero di canali Rai (in pratica 14)". Puntando su innovazione e Internet la RAI potrebbe recuperare terreno velocemente.

"Un tempo si aspettava il canonico appuntamento con TG e GR per avere le notizie, Televideo fu una grande novità, oggi il fruitore di informazioni non intende più aspettare", ha spiegato il segretario. L'aggiornamento dei cittadini ormai avviene su Internet grazie ai siti dei grandi quotidiani, blog e siti specializzati.

"Sono i nostri nuovi concorrenti, ritengo sia assoluta priorità riorganizzare l'azienda intorno al web, fabbrica delle notizie, che deve essere a monte e non a valle del processo produttivo", ha proseguito Verna. "È questa la vera riforma che più assomiglia ad una rivoluzione. Il web ha cambiato il mondo, con la TV connessa al web tutto sarà sempre più diverso da come era ieri e da com'è oggi".

Insomma, siamo di fronte alla scoperta dell'uovo di colombo con qualche anno di ritardo. I motivi sono molti, ma sul fronte dell'informazione si sente anche l'esigenza di nuovi giornalisti "multimediali". Uno specialista che sappia muoversi "tra fonti originali e avere la capacità di selezionare".

Carlo Verna parla di una sfida: conquistare il nuovo senza restarne sommersi. "Se in questo processo si perde l'inviato che cerca la notizia, che vi scava dentro e resta fonte originale, avremo perso la partita". Il segreto del successo sarà nel mix delle scelte. In ogni caso le nuove forme di comunicazione hanno cambiato il mondo ma la RAI è rimasta la palo: è tempo di agire.

Gli addetti ai lavori direbbero che non c'è nulla da inventare, basterebbe copiare la BBC in tutto ciò che ha fatto negli ultimi anni. Scandali esclusi.
 
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