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Calciopoli, le tabelle dei cartellini "a favore"

AW: Calciopoli, le tabelle dei cartellini "a favore"

Ecco l'intercettazione Facchetti-De Santis

Tra le telefonate di Calciopoli spunta anche quella dell'allora presidente dell'Inter: «Arbitri? Ce ne interesseremo in tanti...»

Tra le telefonate intercettate nell'inchiesta Calciopoli (e trascritte dalla difesa di Luciano Moggi), ve n'è anche una, risalente al 24 marzo 2005, fatta dall'allora presidente dell'Inter, Giacinto Facchetti, poi defunto, all'arbitro Massimo De Santis, attualmente a giudizio davanti al tribunale di Napoli. I due conversano amichevolmente e nella lunga telefonata parlano dell'imminente impegno internazionale dell'arbitro (Francia-Svizzera) e del prossimo derby di Milano: considerazioni tecniche e auguri di Buona Pasqua.

LA PROMESSA - All'inizio della telefonata si parla dello svizzero Walter Gagg, all'epoca capo della commissione Stadi della Fifa e grande amico, oltre che di Facchetti, del presidente Joseph Blatter. Facchetti dice a De Santis che Gagg - ancora oggi alto funzionario Fifa - si recherà anch'egli a Parigi per la partita e che gli porterà i suoi saluti. In un intervento televisivo, dopo lo scoppio della scandalo di Calciopoli, De Santis dirà che esisteva un dirigente della Fifa che lo chiamava «per nome e per conto... di un dirigente dell'Inter. Un giorno ne farò il nome».

LA TRASCRIZIONE - Questa la trascrizione dell'incipit della telefonata:

Facchetti: «Massimo!»

De Santis: «Come stai Giacinto?»

Facchetti: «Bene, e tu?»

De Santis: «Devo farti i complimenti insomma, ti interessi di arbitri...»

Facchetti: «Eh... vedremo, ma mi sa che ci interesseremo in tanti...»

De Santis: «E vabbè, si interessano tutti, ormai è l'argomento del giorno»

Facchetti: «Sei già a Parigi?»

De Santis: «No, parto domani mattina»

Facchetti: «Perché mi ha chiamato Bla... ehm Gagg, viene là anche lui»

De Santis: «Ah, viene a Parigi Walter?»

Facchetti: «Si viene con anche lui con ... e mi ha detto che ti portava i miei saluti».

De Santis: «Eh si, sennò glieli do io».

Facchetti: «Comunque verrà a salutarti»

De Santis: «È rimasto contento... È stato scelto bene il posto: Francia-Svizzera, gli interessano tutte e due, chi per un verso chi per l'altro...»
 
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Via lo scudetto, la Figc può

La delibera di assegnazione di Rossi racchiude in sè i motivi di revoca. Il commissario della Federcalcio diede il titolo all’Inter citando i criteri di etica sportiva. Coccia: «Non aveva alcun obbligo di conferire il titolo»

TORINO, 8 aprile - Al netto delle prescrizio*ni ( dei reati sportivi e dei comportamenti border line) e delle trascrizioni (di inter*cettazioni imbarazzanti e fi*nora sconosciute o sottaciu*te) c’è uno spiraglio aperto da Guido Rossi che può por*tare, oltre i pareri ora tutti contrari ( Ruperto, Sandull, Pardolesi, Aigner) all’asse*gnazione dello scudetto 2005-2006 all’Inter, alla re*voca dell’assegnazione del tricolore più contestato del*la storia del calcio italiano. Nel comunicato ufficiale vergato dal Commissario, che il mondo juventino accu*sa da anni di nerazzurrità in virtù del suo passato di consigliere d’amministrazio*ne del club e di un’amicizia consolidata con Moratti, eb*be la compiacenza il 26 lu*glio 2006, due giorni dopo la consegna del parere aperto ( ad ogni decisione) dei tre saggi ( Coccia- Pardolesi-Ai*gner), di scrivere con colpo da copia e incolla la formula che riconsegna al potere ese*cutivo della Figc, il Commis*sario allora e il Consiglio fe*derale ora, la decisione. «Gli organismi federali - scrive Rossi ufficialmente - posso*no intervenire con apposito provvedimento di non asse*gnazione quando ricorrono motivi di ragionevolezza e di etica sportiva, ad esempio quando ci si renda conto che le irregolarità sono state di numero e portata tale da falsare l’intero campionato ovvero (e questo è il passag*gio chiave, ndr) che anche squadre non sanzionate hanno tenuto comporta*menti poco limpidi». Inutile discutere di tesserati che parlano di designazioni con arbitri o designatori, che fanno griglie, di dirigenti che minacciano di far salta*re teste di arbitri e chissà cos’altro visto che le inter*cettazioni escono come gocce cinesi: quanto siano «limpi*di » certi comportamenti do*vrà essere valutato da Pa*lazzi, che prima o poi dovrà anche farci capire il termo*metro della gravità delle te*lefonate viste certe archivia*zioni. Comunque sia, Rossi non sapeva nel 2006 delle telefonate di Facchetti, Mo*ratti, Cellino, Pradè, Mea*ni, Galliani e di quanti emergono ora. Ora Abete e il Consiglio federale sanno, meglio tra breve sapranno ufficialmente. Ecco perché questo comunicato del 26 lu*glio assegna lo scudetto al*l’Inter, salutato da Moratti come quello degli onesti, ma ecco perché oggi i governan*ti del calcio possono entrare politicamente come fece Guido Rossi nel merito. A prescindere dal parere dei giuristi, anche nel 2006 co*me oggi contrari (ma, allora, molto meno rumorosi e lo*quaci?)

I SAGGI - Il parere sullo scu*detto elaborato dai “tre sag*gi” (Gerhard Aigner, Massi*mo Coccia e Roberto Pardo*lesi) è stato tirato di volta in volta per ”la giacchetta”, ma nella sua inappuntabile ri*gorosità giuridica, lasciava una evidente possibilità d’u*scita “indolore” alla Figc che mantiene comunque il pote*re di non assegnare il titolo. Per averne conferma esami*narono anche il caso dello scudetto revocato al Torino nel 1927 e, in quell’episodio appunto, non dato ad altri. «Perché la classifica dopo le eventuali penalizzazioni *spiega Coccia - determina l’assegnazione del titolo, ma noi ricordammo come la Figc avesse anche la facoltà di non assegnarlo. Il potere positivo, insomma, com*prende in sè anche quello negativo». E’ curioso che sia emerso, nel corso del loro la*voro, come non esista un at*to formale per l’assegnazio*ne dello scudetto da parte della Figc: «Il primo atto for*male - spiega ancora Coccia*è il comunicato all’Uefa del*la graduatoria del campio*nato: un atto ricognitivo da parte della Figc. Fino a quel momento, si è in una sorta di limbo e si può anche non assegnare il titolo tramite una esplicita delibera. In sintesi: sbaglia chi sostiene che Guido Rossi ha assegna*to lo scudetto: perché non c’è stato in quell’occasione, e non c’è mai nella prassi fe*derale, alcun attoformale di assegnazione dello scudetto. Ma sbaglia - almeno parzial*mente - anche lo stesso Gui*do Rossi quando sostiene che è stato obbligato ad as*segnare lo scudetto. Perché lui poteva usare il suo pote*re eccezionale di non asse*gnazione ». Il parere dei tre saggi, d’altra parte, può an*che avere effetti sul futuro, come abbiamo visto, per il modo in cui è stato recepito dall’allora commissario fe*derale. Se, nei casi normali di assegnazione, è infatti ne*cessario un provvedimento disciplinare e una condanna per giungere alla revoca, in questo particolare caso di assegnazione non è affatto peregrino ipotizzare un in*tervento diretto del Consi*glio federale.
 
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ecco tutte le tappe di Calciopoli

Dall'annuncio dell'apertura di un'inchiesta nel maggio 2006 alle prime udienze al tribunale di Napoli avvenute nel 2009


TORINO - Ecco tutte le tappe di Calciopoli: dall'annuncio dell'apertura di un'inchiesta alle prime udienze al tribunale di Napoli.

2 MAGGIO 2006
La Federcalcio annuncia l’apertura di un’inchiesta legata ad intercettazioni in cui sono coinvolti personaggi di primo piano del calcio.
4 MAGGIO
Comincia la pubblicazione di ampi brani delle intercettazioni. Emergono i nomi del dg della Juventus Luciano Moggi, dell’amministratore delegato dello stesso club Antonio Giraudo e del vicepresidente della Figc Innocenzo Mazzini.
8 MAGGIO
Si dimette il presidente della Figc, Franco Carraro.
10 MAGGIO
Emergono nuovi sviluppi. Si parla di nove squadre di serie A e B coinvolte, con oltre 50 indagati. Mazzini si dimette.
11 MAGGIO
Indagato Massimo De Santis, arbitro designato per i Mondiali.
12 MAGGIO
La procura di Napoli invita a comparire Franco Carraro, gli ex designatori arbitrali Pierluigi Pairetto e Paolo Bergamo, oltre al presidente dell’Associazione italiana arbitri Tullio Lanese. I carabinieri perquisiscono gli uffici di Federcalcio e Aia. Gli indagati sono 41, 19 le partite di A ed una di B, quattro club di A (Juventus, Milan, Fiorentina e Lazio) coinvolti.
14 MAGGIO
La Juve conquista il 29 ° scudetto. Moggi compare in tv e, tra le lacrime, annuncia: « Lascio il calcio, ora devo pensare solo a difendermi». Si autosospende il presidente dell’Aia Lanese.
16 MAGGIO
Guido Rossi è nominato Commissario della Figc.:emoticon-0119-puke::emoticon-0119-puke:
18 MAGGIO
L’Aia sospende nove arbitri e 10 guardalinee indagati.
19 MAGGIO
Si dimette Italo Pappa, capo dell’Ufficio indagini della Figc.
23 MAGGIO
Rossi nomina Francesco Saverio Borelli, ex procuratore di Milano, nuovo responsabile dell’Ufficio indagini.
27 MAGGIO
Gli atti delle inchieste passano a Borrelli che promette indagini in tempi brevi.
19 GIUGNO
Borrelli conclude la prima parte dell’indagine su calciopoli. Il suo lavoro è racchiuso nella relazione di 190 pagine consegnate al procuratore federale Stefano Palazzi. Il procuratore chiede pene durissime, tra cui la retrocessione in serie C per la Juve.
14 LUGLIO
Sentenza di primo grado della Caf: bianconeri retrocessi, ma in serie B con 30 punti di penalizzazione, e revocati due scudetti; Milan -44 punti per ilcampionato, Fiorentina e Lazio meno 30, inibizioni a raffiche per i dirigenti: Moggi e Giraudo 5 anni e proposta di radiazione, Della Valle 4 anni, Carraro 4 anni e sei mesi, Pairetto e Lanese 2 anni e sei mesi.
25 LUGLIO
Sentenza d’appello: la Juve si vede ridurre la penalizzazione da 30 a 17 punti, la Fiorentina a -19, la Lazio a -11; ridotte anche le squalifiche di Galliani (9 mesi), Della Valle (3 anni e 9 mesi), restano i 5 anni a Moggi e Giraudo.
26 LUGLIO
Dopo la Figc assegna lo scudetto 2005/2006 all’Inter. Lo scudetto 2004/2005 viene revocato alla stessa Juve e rimane non assegnato.
MARZO 2007
Spunta un secondo filone d’inchiesta,legato al traffico di schede telefoniche svizzere tra Moggi e alcuni arbitri, sulla base dell’inchiesta penale di Napoli.
20 GENNAIO 2009
Cominciano le udineze al tribunale di Napoli. E per Giraudo, che ha fatto ricorso al rito abbreviato, è arrivata anche la condanna a tre anni. L’accusa aveva chiesto, per l’ex dirigente juventino, 5 anni.
 
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Calciopoli, Moratti: «Comunicato Juve? Fatti loro»VIDEO

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Il presidente dell'Inter liquida seccato una domanda sulla Juventus e poi parla di Scudetto e Champions: «Sarebbe antipatico perdere il campionato. Il Barcellona? Impegno difficilissimo»
MILANO, 8 aprile - «Sono fatti loro». Così, con una battuta secca, il presidente dell'Inter, Massimo Moratti ha liquidato il comunicato della Juventus secondo cui la società bianconera sta valutando l'evoluzione della vicenda di Calciopoli in seguito alle nuove intercettazioni telefoniche portate alla luce dai difensori di Luciano Moggi. Il numero uno nerazzurro è stato avvicinato dai cronisti mentre stava rientrando nel suo ufficio della Saras, in pieno centro a Milano.

SAREBBE ANTIPATICO PERDERE CAMPIONATO
- Sarebbe «antipatico perdere la serie A: dobbiamo fare molta attenzione perchè ci sono squadre che si sono avvicinate molto». Così il presidente dell'Inter, Massimo Moratti, commenta il finale di stagione dei nerazzurri diviso tra il desiderio di riconferme in Italia e i sogni europei accesi, ancora di più, dall'approdo in semifinale di Champions League dove i suoi giocatori troveranno i blaugrana del Barcellona. Sfida in cui l'avversario più temuto è senza dubbio, Messi. La Pulce argentina - ha osservato Moratti - «è un giocatore eccezionale, fa piacere vederlo sempre più forte, spero che con noi non si esprima alla stessa maniera». Contro il Barça sarà «una partita difficilissima - ha continuato - che affronteremo con tutta la responsabilità del caso. Sarà una rivincita rispetto a quanto è successo durante la fase a gironi». L'Inter, quindi, non ci sta a presentarsi all'appuntamento come la vittima sacrificale: «ieri il calcio ha mostrato tutta la sua crudeltà - ha spiegato Moratti - si pensava che il Manchester fosse il più forte poi però è bastato un gol per cambiare psicologicamente la partita contro il Bayern. Non si può mai dire chi è il più forte, soprattutto in un torneo difficile come questo».

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Abete: Calciopoli? Figc seguirà con massima attenzione

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Il presidente della Federcalcio: «L'obiettivo è favorire la massima chiarezza». Poi risponde ai bianconeri: «La federazione sarà super partes e non si farà tirare la giacchetta da nessuno La richiesta della Juve è naturale così come la nostra risposta. Noi dobbiamo dare garanzie a tutti i soggetti e assicurare pari dignità. Per decidere lo scudetto, attendo la giustizia sportiva. Dopo l'udienza del 13 aprile saranno valutati i passi da compiere»
ROMA, 8 aprile - «La Figc segue con la massima attenzione l'evolversi della situazione, avendo come obiettivo quello di favorire la massima chiarezza». Così il presidente della Figc, Giancarlo Abete, si è espresso a proposito delle vicende di cronaca su calciopoli riemerse in questi ultimi giorni, ribadendo la posizione già espressa. Nel comunicato rilasciato al termine del consiglio federale, il presidente Abete ha voluto peraltro esprimere un richiamo «perché in ogni sede venga rispettata la memoria delle persone che essendo decedute (il riferimento è chiaramente a Giacinto Facchetti, ndr) non hanno la possibilità di difesa e perché le scelte delle gestioni commissariali vengano lette e contestualizzate tenendo conto del periodo in cui furono assunte».

JUVE - «Abbiamo le responsabilità di garantire pari trattamento per tutti. Sono fiducioso che il sistema sportivo italiano, a tutti i livelli, sappia che non c'è neanche la necessità di chiedere pari dignità fra i tesserati. La federazione è e sarà super partes e non si farà tirare la giacchetta da nessuno, garantendo piena autonomia in primis agli organi di giustizia». Così il presidente della Figc, Giancarlo Abete, ha risposto alla richiesta di pari trattamento avanzata dalla Juventus tramite una nota pubblicata ieri sul sito ufficiale. «La richiesta della Juve è naturale - ha aggiunto Abete - così come la nostra risposta. Noi dobbiamo dare garanzie a tutti i soggetti e assicurare pari dignità»
VALUTAZIONI - Sul piano normativo e disciplinare, la titolarità ha ribadito lo stesso Abete «è degli organi di giustizia federale, che svolgono la loro attivita in piena autonomia, nel rispetto dello statuto e dei regolamenti della Figc. Dopo l'udienza del 13 aprile saranno valutati i passi da compiere - ha concluso Abete - l'auspicio è dei seguire tutte le vicende con il massimo rigore e rispetto».

SCUDETTO - Saranno i prossimi passi degli organi di giustizia sportiva a determinare, oltre a un'eventuale apertura di un nuovo capitolo di Calciopoli, qualsiasi ipotetica ricaduta sullo scudetto 2006, tolto alla Juventus e poi riassegnato d'ufficio all'Inter. Lo ha chiarito il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete: «Nel 2006 la decisione di assegnare lo scudetto all'Inter fu presa dal commissario della Figc Guido Rossi, ma a monte c'era una sentenza della giustizia sportiva che cambiò la classifica - ha ricordato Abete, al termine del consiglio della Figc - La base di partenza per un'eventuale decisione, anche in futuro, rimane la giustizia sportiva»

INTERCETTAZIONI - «L'intercettazione tra Collina e Meani uscita nei giorni scorsi e pubblicata come nuova in realtà e vecchia, nota ed è già stata valutata dagli organi di giustizia sportiva». Il presidente della Figc, Giancarlo Abete, ha commentato così la riproposizione della telefonata tra l'attuale designatore degli arbitri e l'ex responsabile dei direttori di gara per il Milan, Leonardo Meani. In realtà oltre che dalla giustizia sportiva quella telefonata, così come altre intercorse tra Collina e Meani, è già stata oggetto di valutazione e considerata non rilevante anche da parte della giustizia ordinaria: era infatti compresa nell'informativa inviata nel 2005 dal nucleo operativo dei carabinieri di Roma alla procura di Napoli.
 
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Pancalli: «Lo scudetto si poteva non assegnare»

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L'ex commissario straordinario della Figc commenta i nuovi sviluppi di Calciopoli: «Alla luce di quanto sta emergendo dovranno essere fatte opportune valutazioni per quelle che poi devono essere delle decisioni che potrebbero anche essere prese. Rossi decise di assegnare il tricolore all'Inter. Io ho sempre detto che poteva anche non essere assegnato»ROMA, 9 aprile - «Sono emersi nuovi fatti che la Figc saprà sicuramente valutare con attenzione. Alla luce di quanto sta emergendo dovranno essere fatte opportune valutazioni per quelle che poi devono essere delle decisioni che potrebbero anche essere prese». Queste le parole di Luca Pancalli, presidente del Comitato paralimpico ed ex commissario straordinario della Figc appena dopo lo scandalo di Calciopoli nel 2006. «Quello che leggiamo oggi - ha aggiunto Pancalli - ci dà l'idea di un sistema che era un pò più strutturato di quanto magari non lo si immaginasse. Fretta nell'assegnare lo scudetto all'Inter? L'ex commissario Guido Rossi in quel periodo si affidò al parere del comitato dei saggi - ha proseguito Pancalli - che delineò la situazione spiegando bene che lo scudetto poteva essere assegnato o non assegnato. Alla luce di quella che era la decisione dell'epoca Rossi decise di assegnarlo all'Inter. Io ho sempre detto che poteva anche non essere assegnato».

NUOVI SVILUPPI - Pancalli ha poi sottolineato che in base alle nuove intercettazioni e ai nuovi sviluppi sul caso Calciopoli «qualche valutazione in più può essere fatta, ma all'epoca queste novità non c'erano. Ad oggi sarebbe comunque avventato esprimere considerazioni se non prima di aver valutato attentamente tutti i nuovi fatti. Ammesso e non concesso che siano stati ammessi errori in passato - ha concluso Pancalli - sarebbe il caso di non ripeterli».
 
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Moratti l'aveva già detto
"Bergamo mi telefonava"


In un'intervista del 2006 al Magazine del Corriere della Sera, il presidente nerazzurro ammetteva: "Non c’è niente di male a parlare con Bergamo. La differenza sta nelle cose che si dicono". E ancora: "I designatori mi chiamavano per chiedermi delle opinioni. Erano telefonate 'normali', senza alcun interesse"


MILANO, 9 aprile 2010 - Da più parti in questi giorni si è detto che Massimo Moratti ha sempre sostenuto di non aver mai avuto contatti con i designatori arbitrali. Ieri è riemersa un’intervista al Magazine del Corriere della Sera del 31 agosto 2006 in cui il presidente dell’Inter affrontò il tema Calciopoli in un colloquio con Claudio Sabelli Fioretti. Questi i passi salienti.
IMG RemovedL'apertura dell'intervista a Moratti sul Magazine del Corriere Moggi dice che con Bergamo ci parlava anche Facchetti…
"Non c’è niente di male a parlare con Bergamo. La differenza sta nelle cose che si dicono".
Meno rapporti si hanno con i designatori e meglio è.
"Sono loro che chiamano per sapere se tutto va bene".
Lei ha mai telefonato a un designatore?
"No. Ma posso aver ricevuto da loro qualche telefonata in cui mi chiedono opinioni".
Quindi non è da escludere che un giorno vengano fuori delle telefonate in cui c’è anche lei…
"Solo telefonate 'normali' senza alcun interesse".
Moggi dice che se avessero intercettato anche gli altri si sarebbero scoperte le stesse cose.
"Ma mica intercettavano Moggi. Intercettavano Bergamo. Evidentemente la Juve c’entrava e l’Inter no".
Ai Mondiali erano quasi tutti juventini, nell’Italia e in altre squadre. Forse vincevano perché erano bravi.
"La Juve aveva un ottimo allenatore e un’ottima squadra. Potevano benissimo vincere senza bisogno di trucchi, ma volevano essere sicuri al 100%. Pensavano: non possiamo permetterci il minimo rischio di perdere. Il sistema Moggi era come un’assicurazione".
IMG RemovedLuciano Moggi, 72 anni. LaPresse Ma lei lo aveva capito che esisteva un sistema Moggi?
"Se l’avessi capito non avrei mandato più la squadra in campo: perché giocare sapendo che non si può vincere? Avevo però capito che Moggi e Giraudo avevano dei vantaggi. E che gli arbitri avevano per loro un’attenzione speciale".
Tempo fa l’ex arbitro Nucini venne da voi e vi raccontò tutto il marcio che c’era.
"Lo mandammo dai giudici ma non confermò il suo racconto. Ebbe paura delle conseguenze".
Poteva denunciare la cosa lei.
"Temevo fosse una trappola per farci fare brutta figura. Però nacque la voglia di capire cosa ci fosse di vero".
Metteste sotto sorveglianza l’arbitro De Santis.
"Una persona si offrì di farlo. Ma non ne uscì nulla".
Chi butta giù dalla torre tra Moggi e Giraudo?
"Moggi ha sempre esposto il suo viso, coraggiosamente. Butto Giraudo".


Moratti disse già tutto nel 2006!
Io spero che lo scudetto sia Moratti stesso a restituirlo dopo esser stato riconosciuto innocente dal punto di vista sportivo. Altrimenti si dovrà pagare restituendo il titolo 2006 per l'infrazione della telefonata che comunque non ha nessun contenuto rilevante.
Non c'è niente di male a parlare con Bergamo. La differenza sta nelle cose che si dicono............capito Juventus?
:338::338::338::338::338::338:
 
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Garrone: «Le nuove intercettazioni sono prove»

Il presidente della Samp: «Sono cose che lasciano un po' di meraviglia e che danno ragione a chi riteneva che, oltre alla Juve e le altre società poi condannate, ci fosse il coinvolgimento di altri soggetti»


MILANO, 9 aprile - «Le nuove intercettazioni? Sono cose che lasciano un pò di meraviglia e che danno ragione a chi a suo tempo riteneva che, oltre alla Juve e le altre società poi condannate, ci fosse il coinvolgimento di altri soggetti». Questo il pensiero espresso dal presidente della Sampdoria, Riccardo Garrone, poco prima di entrare nella sede della Lega Calcio a Milano. Secondo il numero uno blucerchiato, però, non si sa ancora «se è il caso di riaprire la questione. Il giudice dovrà decidere se ammettere queste nuove prove, perché le intercettazioni sono prove».

DISTINZIONE - Garrone però ha fatto una distinzione tra giustizia ordinaria, sportiva e semplice questione morale: «Per la giustizia sportiva - ha detto Garrone - valgono le vecchie regole e quindi la prescrizione è tassativa. C'è però un grande problema, almeno per come sono fatto io, che tocca l'immagine del calcio, e questa cosa spesso è più grave di un eventuale processo e condanna».

SCUDETTO - Bisognerebbe quindi togliere lo scudetto all'Inter? Garrone non si è espresso in questo senso: «Non vorrei esprimere una opinione - ha detto - ricordo che quando fu assegnato quello scudetto ci furono tanti amici interisti che furono scandalizzati». Alla domanda se tutti ricevevano telefonate Garrone ha rivelato che la Samp «non ha avuto alcun rapporto coi designatori. Io ho avuto trent'anni fa un processo per cose che non avevo commesso. Fui assolto in secondo grado. Mai mi è venuto in mente di entrare in contatto con i magistrati».

INTER-SAMP - Infine Garrone ha sottolineato che negli ultimi giorni sono emersi dei dubbi sulla partita tra Inter e Sampdoria del 2005. «C'è stato quel recupero clamoroso dell'Inter da 0-2 a 3-2 - ha detto Garrone -. Non ricordo se ci fu in quell'occasione qualche errore a favore dell'Inter. Non voglio tornare indietro».
 
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Inondati dalla petizione: i tifosi chiedono giustizia

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Chiesta la revoca del titolo 2006. C'è chi prepara il viaggio a Napoli
TORINO, 10 aprile - Il popolo bianco*nero si sta mobilitando. Da tutta Italia. Il popolo bian*conero - che già aveva sof*ferto e soffre per la retro*cessione inflitta alla Ju*ventus con la revoca di due scudetti ( di fatto) - legge le nuove intercettazioni emerse ( e prossime ad emergere, nell’udienza del 13 aprile al processo di Napoli) come una possibi*lità di riscatto per la so*cietà bianconera. Perciò la petizione lanciata da Tut*tosport tre giorni fa sta ri*scuotendo successo. Stan*no già arrivando numerosi alla sede del nostro gior*nale i tagliandi compilati dai tifosi stessi per chiede*re la revoca dello scudetto assegnato a tavolino nella stagione 2005- 2006.

TUTTA ITALIA - E’ una mobilitazione che percorre tutto il Paese, non a caso la Juventus è la società che vanta il maggior nu*mero di appassionati, sparsi davvero ovunque e non soltanto in Italia. Per*centuali da record si regi*strano dalla Puglia, ma anche dalla Lombardia e dal Lazio. Tutti chiedono chiarezza, una verità defi*nitiva. Insomma Giustizia. E Giusta.

RECLAMI - Ovviamente non c’è soltanto la richie*sta di revisione nei pensie*ri dei tifosi juventini, ba*sta leggere i blog bianco*neri o i commenti scritti sul sito
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, lad*dove i supporters reclama*no punizioni pesanti, addi*rittura esemplari, nei con*fronti dell’Inter. E’ presto, bisogna lasciare che la Giustizia faccia il suo cor*so. Ma comunque è ben difficile che sul piano spor*tivo, ( nonostante il parere opposto dell’avvocato Can*tamessa, del Milan), l’In*ter possa rischiare. Piutto*sto resta l’eventualità del*la revoca dell’assegnazio*ne dello scudetto 2005- 06. Appunto.

NON OLIMPIADI - La tesi di Moratti e dell’Inter è che quello scudetto fosse dovuto alla luce della sen*tenza di Calciopoli, in li*nea con quanto previsto anche dalle regole del Cio. Già, il Comitato Olimpico ha deciso di assegnare le medaglie a chi si è piazza*to dopo gli eventuali squa*lificati ( di solito per do*ping), qualunque sia stato il piazzamento. Anche an*ni dopo le gare, come quando fu pescata positiva Marion Jones. La differen*za è però netta e non è sta*ta considerata. In una ga*ra secca è evidente che chi è arrivato dopo possa sca*lare la classifica. Ma un campionato è diverso, per*ché si giocano 38 partite e contro avversari diversi in situazioni differenti. Dun*que tutto viene inficiato, tutto diventa irregolare e dunque ingiudicabile. An*che perché non è detto che il sistema funzionasse per ogni partita e contro ogni avversario. Come si può dire con assoluta certezza chi sia stato danneggiato del tutto?

DUBBI GENERALI - La ve*rità è che dopo la rivelazio*ne delle intercettazioni molti - anche tra gli addet*ti ai lavori, anche tra i ver*tici sportivi italiani - ma*nifesta dubbi e perplessità a proposito. Lo scudetto degli onesti, come il presi*dente Moratti e gli interi*sti hanno amato definirlo in questi anni, finisce con l’essere un clamoroso boo*merang per il club. E quat*tro anni dopo c’è la gara tra gli stessi saggi, tra i giudici che emisero le sen*tenze di primo e di secondo grado, a scaricare la re*sponsabilità di quello scu*detto assegnato. Tutti a puntare il dito contro chi decise, il commissario straordinario Guido Rossi, ex membro del Cda interi*sta. Insomma, una scelta fatta in casa...

MOBILITAZIONE - E’ dalla marcia dell’orgoglio bian*conero, il 1 ° luglio 2006, che il popolo juventino sta aspettando questo mo*mento. Riscatto, rivincita e pure rivendicazioni. Moti*vo per cui in tanti vogliono esserci martedì a Napoli, quando riprenderà il pro*cesso contro Moggi e i le*gali dell’ex dg chiederanno l’acquisizione agli atti del*le nuove intercettazioni. Dovrà essere una mobili*tazione generale, non sol*tanto degli juventini di Napoli e dintorni. Si è for*mato addirittura un grup*po su Facebook: sta racco*gliendo le adesioni e sta organizzando la spedizio*ne nel capoluogo campano. Da Nord a Sud, la chiama*ta a raccolta investe tutta la penisola, un po’ come la petizione di Tuttosport: i bianconeri vogliono esser*ci, ed essere numerosi. E se il Casms vieta a loro di assistere al derby d’Italia contro l’Inter a San Siro, eccoli pronti per seguire un’altra partita, quella giudiziaria, che si profila altrettanto spettacolare.
 
AW: Calciopoli, le tabelle dei cartellini "a favore"

'' amici '' interisti ..la juve e`stata retrocessa non per le schede di Moggi ..ma per una telefonata di Moggi a Bergamo:emoticon-0178-rock::emoticon-0178-rock:

leggete questo........

Bergamo a Facchetti dopo Inter-Samp 3-2: «Incredibile...»

Il designatore parla anche degli arbitri di Coppa Italia: «Avevo intenzione di mandarti Gabriele...». L'allora presidente nerazzurro: «No no va bene poi io mi fido di te..., sei tu...»

* Mazzola attacca
* Moggi contro inquirenti

MILANO, 10 aprile - Alcune battute di commento dopo la famosa Samp-Inter del 9 gennaio 2005, finita 2-3 con i nerazzurri che segnano tre gol negli ultimi sei minuti, e la decisione sulla designazione di arbitro e assistenti di gara per la partita del mercoledì successivo, di Coppa Italia, Bologna-Inter. È il contenuto di una ennesima intercettazione, effettuata durante le indagini su Calciopoli, che la difesa di Moggi ha fatto trascrivere. A parlare sono Giacinto Facchetti e l'ex designatore Paolo Bergamo. Riguardo alla stessa partita di Genova era già uscita un'altra intercettazione, il giorno stesso della partita, tra il patron dell'Inter, Massimo Moratti e lo stesso Bergamo. Facchetti chiama Bergamo il 10 gennaio 2005:

B.- Giacinto!
F.- Paolo allora vedi che abbiamo recuperato?
B.- Storico eh, storico ieri, mamma mia cosa ho sofferto, non te lo puoi immaginare... guarda che ormai la partita sembrava compromessa, c'è stata una reazione incredibile...
F.- Sull'uno a zero speravo almeno nel pareggio fino alla fine, ma sul 2-0 non speravo più a niente...
B.- Mamma mia ma poi goals bellissimi.
F.- Si si si.
B.- Puliti, tranquilli... è stato bravo Bertini sul 2-2 sul contrasto, quel contrasto tra difensore e Martins, che non era niente eh? Bada bene a volte però magari può essere ingannato perché questo cade in maniera plateale...
F.- Devo dire che ho predisposto la tua.-incomprensibile-.ed in campo sia andato tutto bene...
B.- Si si si ha detto bene.
F.- E' stato bravo, anche Papi e Puglisi mi sono piaciuti...
B.- Specialmente Puglisi ha fatto bene...

Secondo la difesa di Moggi, nel prosieguo della telefonata, si parla di tessere messe a disposizione da Facchetti per Bergamo, con l'accordo che passerà Bergamo in sede e inoltre Bergamo chiede del materiale sportivo dell'Inter a Facchetti. Quindi, il discorso si sposta sulla prossima partita, di Coppa Italia, a Bologna, che finirà 1-3 per l'Inter senza alcuna coda polemica.

B.- Senti domenica ehm mercoledì avevo intenzione di mandarti come assistenti, siccome a Bologna non è una partita scontata secondo me, avevo intenzione di metterti Geminiani e Niccolai che sono due toscani bravi eh?
F.- Bene, Geminiani non l'abbiamo più...
B.- No no e appunto te lo volevo mandare domenica. Si, scusa, mercoledì c'è questa Coppa Italia che ci interessa ancora e quindi facciamo... e poi ti mando un giovane, siccome volevamo rimettere in pista Gabriele e Palanca avevo intenzione di mandarti Gabriele...
F.- Va bene.
B.- Non è un problema per voi... perché sta facendo bene...
F.- No no va bene poi io mi fido di te... sei tu...
B.- Stai tranquillo, stai tranquillo e complimenti per ieri.
F.- Grazie grazie.
 
AW: Calciopoli, le tabelle dei cartellini "a favore"

ma perche`non sono usciti prima queste intercettazzioni????
perche`c`era la MAFIA interista sul tetto...Borrelli e Provera.......
VERGOGNATEVI!!!!!!!!!!!!!!!!:emoticon-0119-puke::emoticon-0119-puke::emoticon-0119-puke::emoticon-0119-puke::emoticon-0119-puke:
 
AW: Calciopoli, le tabelle dei cartellini "a favore"

non in B vi devono mandare...vi devono mandare in Z

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AW: Calciopoli, le tabelle dei cartellini "a favore"

"Perché, per cosa stai esultando?"

Mou all'attacco del guardalinee Ayroldi

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Triplice fischio al Franchi e Mourinho si alza dalla panchina puntando il dito contro il guardalinee. Non per un fuorigioco inesistente, non per una decisione 'fiscale' ma per un'esultanza di troppo. "Perché, per cosa esulti", chiede il tecnico dell'Inter ad Ayroldi, che si era lasciato scappare un "Andiamo, andiamo" a pugni chiusi. La risposta dell'assistente dell'arbitro Bergonzi al portoghese sarebbe stata: "Faccio quello che mi pare...".
Ayroldi aveva già fatto arrabbiare l'Inter in occasione della trasferta di Bologna, quando fece espellere Maicon per un presunto insulto in inglese. E ora un altro episodio, tutto da interpretare.

"Che vi devo dire? - ha detto il direttore dell'area tecnica nerazzurra Marco Branca - Magari esultava per la Roma, per la Fiorentina, oppure per se stesso...".
 
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